L'analisi

Lugano, è un tris di emozioni

I bianconeri sbancano Sion e conquistano la terza finale di Coppa Svizzera consecutiva: Berna, preparati a un'altra invasione
© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Flavio Viglezio
27.04.2024 23:15

Sì, è fatta! Il Lugano cala il tris: per il terzo anno di fila, la squadra bianconera si è qualificata per la finale della Coppa Svizzera. E Berna si prepara ad un’altra invasione di tifosi: ora non resta che attendere il mome dell’avversario, che uscirà dalla sfida tra Winterthur e Servette. Un’impresa per certi versi pazzesca, quella della formazione diretta da Mattia Croci-Torti, che anche a Sion, alla lunga, ha saputo interpretare con personalità la partita. No, non è stato tutto facile, e lo si sapeva: ma proprio per questo il risultato è ancora più bello. Il Lugano ha ancora una volta dimostrato di saper soffrire, ha stretto i denti nei momenti più difficili, prima di uscire alla distanza.

La paura iniziale

I vallesani – era facile prevederlo – sono scesi in campo come degli indemoniati. Hanno provato a far dubitare i bianconeri, in chiara difficoltà nel primo quarto d’ora di gioco. Ha sbagliato troppo nelle fasi iniziali dell’incontro, il Lugano, concedendo al Sion pericolosissime ripartenze. Ma in un modo o nell’altro i bianconeri hanno retto la forza d’urto vallesana, in particolare grazie alle parate di Amir Saipi, semplicemente eccezionale su un tentativo dalla corta distanza di Sorgic. Progressivamente il Lugano ha riordinato le idee e – senza far stravedere, ad essere onesti – è perlomeno riuscito a riprendere in mano il pallino del gioco. Nei primi 45 minuti ai bianconeri è mancato il cambio di ritmo ed allora la difesa del Sion ha spesso avuto vita facile. 

Quella rete da cineteca

Le grandi squadre, però, sanno fare la differenza quando meno te lo aspetti. Ed allora, un po’ dal nulla, proprio allo scadere Cimignani ha cavato dal suo personale cilindro un tiro dalla lunga distanza che non ha lasciato scampo a Fayulu. Un’incredibile iniezione di fiducia per il Lugano, una mazzata terribile per il Sion. 

Celar e il rigorino

Anche perché i vallesani non hanno nemmeno fatto in tempo a scendere in campo nella ripresa, che l’arbitro Urs Schnyder ha concesso un rigore – più che dubbio, va detto – per un presunto fallo di Souza ai danni di Doumbia. Senza il VAR – non previsto per una semifinale di Coppa – il Sion ha solo potuto mangiare rabbia ed assistere impotente alla fredda trasformazione di Celar. E mentre lo sloveno andava a festeggiare sotto la Curva dei tifosi bianconeri, si è capito che per i bianconeri il cammino verso la finale sarebbe da quel momento stato tutto in discesa. Sì, perché forte del doppio vantaggio il Lugano non ha quasi più concesso nulla al Sion. I bianconeri hanno insomma controllato con consumata maturità la situazione. Mattia Croci-Torti ha effettuato i cambi che hanno permesso al Lugano di rendere ancora più impermeabile il suo centrocampo, mentre il presidente vallesano Christian Constantin inveiva contro il direttore di gara. Ma a Berna ci va il Lugano. Ed è la terza volta di fila. 

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