Con Kinski sul set di Fitzcarraldo

In mostra a Locarno le fotografie di Beat Presser
Antonio Mariotti
29.07.2009 20:00

Beat Presser è un fotografo che ha fatto del viaggio la dimensione ideale di un?esplorazione che va ben al di là della semplice osservazione superficiale della realtà. Una dimensione della sua opera legata al sacro che emerge nella preziosa antologica che gli riserva la galleria Cons Arc di Chiasso, ora prolungata fino al 22 agosto. La mostra apertasi da poco a Casorella, a cura di Vittorio Rizzi e Riccardo Carazzetti per i Servizi culturali della Città di Locarno, si concentra invece su un viaggio molto particolare compiuto da Presser all?inizio degli anni Ottanta: quello che lo ha visto per sette mesi vivere nella giungla amazzonica quale assistente cameraman e fotografo di scena sul set del film Fitzcarraldo di Werner Herzog. Un?esperienza unica, di cui la cinquantina di scatti a colori e in bianco e nero (alcuni di grandi dimensioni) ora esposti a Locarno ci restituiscono un?eco suggestiva. «È una storia insolita, un po? come quella di Sisifo. Una sfida all?impossibile», così il regista Werner Herzog definiva il lungometraggio di oltre due ore e mezza di durata che girò nella giungla amazzonica sull?arco di tre anni e che uscì nelle sale nel 1981. Un?impresa folle, in un contesto naturale proibitivo che narra la vicenda di un barone del caucciù che con la sua nave cerca di attraversare una montagna per passare da un fiume all?altro e portare il Teatro dell?Opera in mezzo alla giungla. Una giungla che per Herzog rappresenta «una terra incompleta, ancora preistorica, è come se vi gravasse una maledizione che colpisce chiunque vi si addentri troppo». Una maledizione che si ritrova anche nel suo film.