Piazza finanziaria: dati positivi

Utile trimestrale di 1,6 miliardi per il Credit Suisse
Alfonso Tuor
24.07.2009 05:01

di ALFONSO TUOR - Il Credit Suisse ha presentato ieri risultati molto buoni (in questo modo li ha anche giudicati la borsa) che rincuorano l?intera piazza finanziaria elvetica. Il CS ha pure cambiato la strategia di comunicazione: l?anno scorso la seconda banca svizzera ha «nascosto» le proprie difficoltà (ossia una perdita di 8 miliardi per l?intero 2008), comunicando i propri risultati trimestrali lo stesso giorno o il giorno successivo a quello scelto da UBS. In questo modo l?impatto sull?opinione pubblica e sui mercati finanziari veniva «oscurato» dai buchi nettamente superiori del suo maggiore concorrente. Ora invece il Credit Suisse gioca d?anticipo, presentando i propri risultati che sono sicuramente migliori delle nuove perdite trimestrali che UBS sarà costretta ad annunciare il prossimo 4 agosto (gli analisti ritengono che si aggireranno tra 1,5 e 2 miliardi di franchi).  Il Credit Suisse chiude il secondo trimestre con un utile netto di 1,6 miliardi. La qualità di questa cifra è nettamente migliore di quella del primo trimestre conclusosi con 2 miliardi di utile. Nel primo trimestre l?utile era infatti «gonfiato» per più di mezzo miliardo da un artificio che permette a tutte le banche di contabilizzare come un utile la perdita di credibilità delle obbligazioni attraverso le quali un istituto bancario si finanzia sul mercato dei capitali, ossia l?aumento degli spread creditizi sui titoli di debito propri. I ripetuti interventi delle autorità monetarie e politiche hanno ridotto notevolmente la paura sui mercati e fatto salire i corsi delle obbligazioni emesse dalle banche, riducendo la differenza tra il corso del mercato e il valore del titolo alla scadenza. Quindi, paradossalmente, il miglioramento del giudizio del mercato dei capitali ha fatto salire il corso delle obbligazioni emesse dal Credit Suisse riducendo questa differenza, con il risultato che la banca ha dovuto contabilizzare una perdita di 1,1 miliardi di franchi. Dunque, nel secondo trimestre l?utile netto del CS non è «gonfiato» da quel genere di operazioni contabili che le autorità di vigilanza hanno consentito per far apparire i bilanci delle banche europee e americane migliori di quanto sono in realtà.Un secondo fattore induce a giudicare positivamente questi risultati: la forte diminuzione dei titoli tossici detenuti dall?istituto. Quando è cominciata a scoppiare la bolla dei mutui ipotecari subprime, ossia alla fine del terzo trimestre del 2007, il CS deteneva titoli tossici per 99 miliardi di franchi. Alla fine del primo trimestre di quest?anno erano scesi a poco più di 9 miliardi. Ciò vuol dire che l?anno scorso il Credit Suisse ha accettato di assumersi oltre 11 miliardi di franchi di perdite, pur di  vendere gran parte delle proprie posizioni a maggior rischio. Alla fine di giugno i titoli tossici sono però aumentati di nuovo, salendo a 12 miliardi di franchi. La banca spiega di aver comprato sul mercato titoli tossici offerti a prezzi stracciati su cui conta di realizzare in futuro un utile.Un secondo elemento da sottolineare è che il Credit Suisse (come anche UBS) sta riducendo la propria cifra di bilancio, scesa del 5,5% a 1?093 miliardi di franchi, come richiesto dalla Banca Nazionale e dalle autorità di sorveglianza del nostro Paese, che, in caso di rischio di fallimento, giustamente temono di non essere in grado di sostenere istituti finanziari con somme di bilancio che sono multipli del PIL elvetico. Un terzo elemento positivo è dato dalla redditività e dal forte afflusso netto di nuovi capitali (esattamente 10,7 miliardi di franchi) del Private Banking. Segnali preoccupanti per l?economia elvetica giungono invece dal settore Corporate & Retail Banking, attivo essenzialmente solo in Svizzera: nel secondo trimestre di quest?anno le perdite sui crediti elargiti dalla banca sono fortemente aumentate, raggiungendo i 75 milioni di franchi. Ciò conferma che la recessione comincia ad incidere anche sulla qualità dei crediti. Questo dato è il primo segnale emerso in Svizzera, mentre è noto che negli altri Paesi e soprattutto negli Stati Uniti le perdite nei crediti commerciali e nei crediti al consumo stanno continuando ad aumentare, raggiungendo soprattutto negli Stati Uniti livelli preoccupanti, come hanno messo in luce i risultati di Wells Fargo, Citigroup e Bank of America. In conclusione, i risultati del Credit Suisse insieme a quelli già presentati da alcune banche cantonali e da alcuni istituti di medie dimensioni confermano la forza della piazza finanziaria elvetica, scossa ultimamente dai virulenti attacchi contro il segreto bancario e dalle vicissitudini di UBS.