Mondo

«La prima miss transgender? È molto bella e mi piacerebbe conoscerla»

L'esperto di estetica Stefano Zecchi: «Le polemiche su Miss Olanda eccessive, una persona ha il diritto di sentirsi a suo agio nel proprio corpo, anche a costo di cambiare sesso»
Mattia Sacchi
11.07.2023 19:30

La vittoria di Rikkie Kolle, la prima transgender a essere eletta Miss Olanda, sta facendo il giro del mondo. Con un, prevedibile, strascico di polemiche da parte di chi non ha gradito affatto la scelta della giuria olandese. In particolare, sui social sono molti i commenti aberranti (e decisamente non riportabili) che insultano la 22.enne di Amsterdam.

«Eppure, se parliamo di meri canoni estetici, è indubbio che Rikkie Kolle sia molto bella», commenta al Corriere del Ticino Stefano Zecchi. Già professore ordinario di estetica presso l'Università di Milano, Zecchi è noto per le sue ricerche sul problema e sul significato della bellezza, esposte non solo in ambito accademico ma anche in trasmissioni come il Maurizio Costanzo Show.

«Le polemiche sulla vittoria della giovane olandese mi sembrano eccessive: questi sono concorsi di bellezza dal carattere effimero, i cui limiti sono dettati dalla morale e dal buongusto, che non sono stati travalicati – prosegue Zecchi –. Trovo peggiore la volgarità e la maleducazione, che ho certamente ritrovato in alcuni commenti che circolano sul web».

Indubbio però che a vincere non sia stata una ragazza dalla bellezza «acqua e sapone», come spesso si ricerca in queste competizioni, ma una concorrente che, inevitabilmente, ha fatto un importante uso della chirurgia estetica. «È l'eterno dibattito sui ritocchi estetici, che addirittura risalgono alla notte dei tempi. Le donne egiziane usavano il kohl, una polvere nera con la quale si dava all'occhio una forma più allungata. Un trucco che veniva censurato dai notabili romani, che lo vedevano provocatorio e volgare. L'innaturale nella storia della donna è quindi sempre stato presente, arrivando ad oggi, dove con la chirurgia si può arrivare a cambiare il sesso di una persona».

Il limite è dato dal benessere personale. Se una persona soffre perché ha un difetto estetico o sente di trovarsi nel corpo sbagliato, non vedo perché non debba intervenire per stare bene con sé stessa
Stefano Zecchi

Esisterà un limite però alla chirurgia estetica... «Il limite è dato dal benessere personale. Se una persona soffre perché ha un difetto estetico o sente di trovarsi nel corpo sbagliato, non vedo perché non debba intervenire per stare bene con sé stessa. Ovviamente è importante la consapevolezza e non mortificare il proprio corpo: proprio per questo è fondamentale che i medici consiglino nel modo giusto chi vuole rivolgersi a questo tipo di chirurgia, mettendo al primo posto la salute, mentale e fisica, del paziente e non i quattrini».

Senza ipocrisia, era scontato che la vittoria di una transgender a un concorso di bellezza avrebbe causato polemiche, anche feroci. E forse proprio per questo la vittoria di Kolle ha anche un retrogusto sociale. «Per quanto superficiali, questi concorsi hanno comunque un impatto e un'eco mediatica importanti, che aprono a nuove riflessioni e sdoganano realtà che parte della società fatica ancora ad accettare. Se poi si ritiene che questi limiti non rispecchino gli standard di bellezza richiesti in una competizione di bellezza, allora si modifichino i regolamenti, consapevoli che però una scelta del genere escluderà molte concorrenti. Ma penso che sarebbe una scelta anacronistica».

Cosa vorrebbe Zecchi dire a Rikkie Kolle? «Oltre a farle i complimenti? Che mi piacerebbe conoscerla. Vorrei sapere il percorso che l'ha portata fino a dove è oggi, le sfide che ha dovuto affrontare nonché le sue speranze e le sue ambizioni. Penso che sarebbe per me un'esperienza molto arricchente».