Aviazione

Attenzione a quei truffatori che offrono rimborsi a nome di Swiss

I malviventi cercano sui social persone che si lamentano della compagnia aerea elvetica e prendono contatto con loro fingendo di volerle risarcire – A chi dà seguito alla richiesta dei criminali, viene chiesto il numero di telefono e di installare sul proprio cellulare un'applicazione tramite cui eseguire il trasferimento in denaro
© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER
Red. Online
02.05.2024 09:02

Quello del crimine è un mondo in costante evoluzione in cui i malviventi escogitano sempre nuovi trucchi e inganni per riuscire a sottrarre denaro alle proprie vittime. Recente è una truffa in cui alcuni criminali si spacciano per dipendenti di Swiss e offrono rimborsi a nome della compagnia aerea a clienti che hanno lamentato disagi sui propri voli. A rendere nota la frode è Sabine Kuster, una giornalista di Watson / CH Media che l'ha vissuta in prima persona.

Ma di cosa si tratta? Vediamolo nel dettaglio ripercorrendo la vicenda della giornalista. Di rientro da Londra, il volo su cui viaggia la donna atterra in Svizzera con sei ore di ritardo. Arrabbiata per l'inconveniente, la giornalista invia un reclamo a Swiss che declina ogni responsabilità in quanto il ritardo è dovuto al vento e tale circostanza non rientra fra i criteri che danno diritto a un risarcimento. Frustrata dalla risposta della compagnia aerea, la giornalista scrive un messaggio di protesta su X nel quale cita il profilo ufficiale del vettore elvetico @FlySWISS. È la scintilla che dà il via alla truffa.

Neanche cinque minuti più tardi, «Swiss Intl Air Lines» si scusa per il disagio scrivendo, in inglese: «Ci scusiamo per l'inconveniente. Questa non è l'esperienza che vogliamo viva con noi. Voglia gentilmente condividere la sua domanda così come il suo contatto WhatsApp tramite DM (direct message, ndr.) per ulteriore assistenza». Successivamente, un certo «Dieter Vranckx Swissair Rep» chiede alla donna di seguirlo su X così da poter prendere contatto con lei per discutere di un risarcimento del biglietto e le dice che un dipendente di Swiss la contatterà al più presto.

La donna cade nel tranello e fornisce il proprio numero di riservazione e quello di cellulare. Poco dopo riceve la chiamata di un uomo che, nonostante un forte accento straniero, parla molto bene inglese. La giornalista non si insospettisce perché anche al servizio clienti che aveva contattato a Londra i dipendenti avevano un accento straniero. L'uomo all'apparecchio si scusa per i fastidi causati dalla compagnia aerea e propone alla donna un risarcimento di 600 franchi.

A questo punto il malvivente chiede alla giornalista di installare sul proprio cellulare l'applicazione WorldRemit e le invia una password. La donna segue la procedura. È allora che si accende un campanello d'allarme. Già, perché si ritrova su una pagina in cui le viene chiesto di inserire la somma pattuita nonché il prezzo del biglietto e di cliccare su «Invia i soldi». Accanto alla somma in franchi, inoltre, appare il corrispettivo in scellini kenioti. La donna rifiuta e l'uomo al telefono le dice che deve fare in questo modo per ottenere il risarcimento. La giornalista a questo punto interrompe la chiamata.

La storia non finisce però qua. Su X, Dieter Vranckx scrive alla donna di prendere contatto con il servizio clienti. La giornalista non dà seguito alla richiesta. Il giorno dopo a scriverle sempre su X è un certo Jason Martin, @JasonFlySWISS. Il messaggio, in inglese, recita: «Buongiorno, sono desolato per l'inconveniente occorsole. Ci piacerebbe analizzare più nel dettaglio il suo problema. Voglia gentilmente inviare tramite DM il suo numero di WhatsApp preceduto dal codice del suo Paese». Anche in questo caso, tuttavia, la giornalista non dà seguito al messaggio.

La verità dietro al velo di finzione

A questo punto la giornalista inizia a fare qualche ricerca online e scopre, innanzitutto, che il vero Dieter Vranckx è il CEO di Swiss. In caso ci fossero ancora dei dubbi, capisce dunque che la persona che ha preso contatto con lei su X ha usato un'identità falsa. Si rende poi conto che il messaggio di scuse arrivatole via social non giungeva dal profilo ufficiale della compagnia di bandiera svizzera, @FlySWISS, bensì da un fantomatico @MD_FlySWISS. Il logo associato al profilo era poi sensibilmente diverso da quello utilizzato dalla vera Swiss su X. Il falso profilo della compagnia area elvetica, inoltre, aveva soltanto tre abbonati e il falso Dieter Vranckx non ne aveva alcuno. Anche il profilo Jason Martin aveva solo tre follower.

La giornalista osserva poi come questi attacchi vengano eseguiti in modo mirato cercando sui social persone che si lamentano di Swiss (e probabilmente anche di altre compagnie aeree).

Dal canto suo, il sito Cybercrimepolice.ch della polizia cantonale zurighese afferma di essere a conoscenza del fenomeno. Tuttavia, finora le finte offerte di rimborso venivano recapitate tramite email e non sui social.

Interrogata dalla giornalista di Watson / CH Media, Swiss ha detto che l'unità aziendale che si occupa dei social media constata quasi ogni settimana tentativi di truffa simili. Essi sono immediatamente segnalati a X. L'azienda sottolinea infine che «non chiede mai ai propri clienti di seguirla su X, di comunicare via WhatsApp o di installare applicazioni di terzi per il trattamento delle domande».

In questo articolo: