Agno

Circonvallazione tagliata: adesso parlano gli ingegneri

La Conferenza delle Associazioni Tecniche reagisce alle polemiche sui costi raddoppiati – «Parole che non rendono giustizia alla nostra categoria: è prematuro condannare»
© Dipartimento del Territorio
Giuliano Gasperi
06.12.2023 06:00

Gli ingegneri non ci stanno. Le polemiche sul taglio della circonvallazione Agno-Bioggio, oltre al Cantone, hanno investito il gruppo di professionisti che si è occupato del progetto di massima e che aveva stimato un costo totale di 216 milioni, mentre secondo lo studio che sta elaborando il progetto definitivo, di milioni, ne servirebbero almeno il doppio. A sentirsi toccata da invettive più o meno eleganti è stata però tutta la categoria. Vuoi perché l’opera in questione è importante e attesa da decenni, vuoi perché il consigliere di Stato Claudio Zali, annunciando in conferenza stampa la rinuncia a realizzare il tratto in galleria tra il Vallone e l’aeroporto, ha sollevato questioni di principio sul rapporto tra un ente pubblico e i tecnici a cui si affida, «pagando milioni», per capire la fattibilità di un’opera e i suoi costi, con un margine d’errore che di solito è del venti percento. Il perché ci sia così tanta differenza fra le due stime per la circonvallazione, il Dipartimento del Territorio sta cercando di capirlo con l’aiuto di una società esterna. La domanda quindi rimane sospesa, ma non è l’unica.

Quanto spesso, nel settore, il margine legale del venti percento viene superato? Di quanto? E soprattutto, per quali motivi? Come si potrebbe migliorare il sistema per evitare di perdere tempo e denaro e d’illudere la popolazione? È giusto, come sta valutando il Cantone, chiedere un risarcimento a uno studio d’ingegneria che ha sbagliato di molto le sue stime? Di questi e altri aspetti, lunedì, ha discusso la Conferenza delle Associazioni Tecniche del Canton Ticino (CAT), a cui abbiamo girato tutte le domande citate. Per alcune di esse, avere una risposta ora è prematuro, ma la CAT, tramite il direttore Loris Dellea, ha tenuto a far conoscere la sua opinione su alcuni aspetti chiave. Innanzitutto dicendosi «preoccupata da quanto negli ultimi giorni è stato riportato dai media». «Le considerazioni negative e generalizzate nei confronti del lavoro e della professionalità dei progettisti, in particolare degli ingegneri che esercitano nel nostro Cantone, non fanno giustizia a una categoria professionale che, anche in tempi recenti, ha sempre dimostrato la sua capacità nella progettazione di opere di qualità: dighe, ponti, gallerie, strade e autostrade, ferrovie, solo per citare quelle più importanti» ci scrive l’associazione di categoria, che in altre parole invita i critici a non dimenticare quanto di buono è stato fatto in Ticino.

«E se non fosse un errore?»

La CAT entra poi nello specifico della circonvallazione, per quanto sia possibile farlo a questo stadio. «Al momento è prematuro giungere a conclusioni di condanna o suggerire l’eventuale incapacità professionale da parte del consorzio che si è occupato del progetto di massima». La CAT crede sia «necessario e indispensabile conoscere tutti gli aspetti tecnici che hanno portato all’aumento sostanziale del preventivo per la realizzazione di questa infrastruttura». «Solo quando la committenza – cioè il Cantone – avrà messo a disposizione questi dati, sarà possibile fare una valutazione seria e approfondita sulle cause effettive che hanno portato all’annunciato raddoppio dei costi». Cause che, a mente della Conferenza delle Associazioni Tecniche, potrebbero essere molteplici. «Non solo un eventuale errore dei progettisti, ma per esempio anche la modifica delle richieste del committente, dei requisiti a livello ambientale e di sostenibilità del progetto, delle normative tecniche e degli standard costruttivi che l’esecuzione dell’opera necessita per soddisfare nuove esigenze di sicurezza imposte per infrastrutture importanti e complesse». La perizia sulle due stime potrà dare delle risposte in tal senso. Sarà resa pubblica?

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