Il personaggio

«Dal simulatore ai salvataggi reali, così insegno a volare in stile Rega»

Stefano Siegrist, pilota 41.enne della Guardia aerea svizzera di soccorso, è il nuovo responsabile della «macchina» che imita gli elicotteri: «Possiamo allenarci a gestire situazioni estreme senza correre rischi, ma per chi è seduto ai comandi è come trovarsi al centro dell’azione»
Stefano Siegrist e, sullo sfondo, il simulatore impiegato per la formazione di chi vola in elicottero installato a Opfikon (Zurigo) © MAD
Jona Mantovan
11.03.2024 06:00

La base Rega di Locarno è lì, oltre i comandi e oltre il vetro frontale, in tutto il suo splendore. Il rumore delle pale che fendono l’aria si fa via via più intenso. Il cielo azzurro, d’improvviso, inizia a invadere la visuale. E tutto il paesaggio rimpicciolisce, rivelando gli elementi più caratteristici della regione: il lago di Locarno, la diga della Verzasca, le valli e i fiumi.

Michael, pilota di grande esperienza, compie una virata verso il centro di Locarno. Il senso di vertigine, per chi non è abituato a volare, inizia a farsi sentire, soprattutto quando l’aeromobile cambia direzione. Eppure, nonostante le sensazioni, nessuno si è spostato di un millimetro. «Guarda, siamo del tutto fermi», afferma Stefano Siegrist indicando la porta del simulatore, che per l’occasione è stata lasciata aperta.

Ma siamo fermi a Opfikon

All’esterno si vede il gigantesco locale del centro di formazione Lufthansa a Opfikon (Canton Zurigo), dove una serie di simulatori di volo sono «parcheggiati» uno di fianco all’altro. Compreso questo della Rega, appunto.

«Ma possiamo sempre sollevare il ponte e abilitare gli attuatori elettromeccanici per avere una sensazione ancora più realistica. Fra poco, in effetti, arriveranno due persone che dovranno seguire una formazione con questa configurazione», sottolinea dando un’occhiata allo schermo del suo computer. Mentre lui è comodamente seduto in uno spazio piuttosto agevole alle spalle del pilota, questi è ancora sul suo seggiolino in mezzo all’aria (virtuale) che segue il suo piano con tanto di casco e cuffie per le comunicazioni, proprio come se fosse in una situazione reale. «È uno strumento che ci permette di mettere alla prova i nostri piloti, così che siano allenati a far fronte anche alle situazioni più critiche. Possiamo simulare qualsiasi condizione meteo. Tutte cose che non riusciremmo a organizzare con questo livello di dettaglio nella realtà».

Da questa postazione posso verificare in tempo reale come si comporta Michael. Ora ha spento questo interruttore, una mossa corretta

Una turbina in avaria

Come un guasto a una turbina, ad esempio. «Esatto - replica il 41.enne, fra l’altro di Locarno (oggi vive a Gordola) -. Anzi, guarda». Con un paio di clic, apre una schermata che annuncia minacciosa «Simulazione guasti». Un altro clic su «Guasto al motore» ed ecco che nella cabina si sente improvvisamente un suono acuto che diventa sempre più grave, come un aspirapolvere che si spegne. Sul gigantesco schermo, come fosse un visore per la realtà virtuale, si avvertono delle leggere oscillazioni. Da brivido, nonostante tutto. «In questo momento è come se avesse una turbina in avaria. Da questa postazione posso verificare in tempo reale come si comporta Michael. Ora ha spento questo interruttore, una mossa corretta». Ancora un paio di manovre e l’atterraggio è da manuale.

Anche per Siegrist si tratta di una nuova esperienza. La funzione di responsabile del simulatore, con il compito di allestire i programmi di allenamento e di verifica dei piloti Rega di tutta la Svizzera, l’ha assunta ad inizio anno.

Sono sempre, come da dieci anni a questa parte, un pilota di intervento. Ma oggi il mio tempo si divide a metà tra qui e le basi in cui opero

Prove di oltre un’ora

«Sono sempre, come da dieci anni a questa parte, un pilota di intervento. Ma oggi il mio tempo si divide a metà tra qui e le basi in cui opero», spiega il «soccorritore dell’aria». Nel frattempo un nuovo equipaggio è sulla soglia: è il momento di vedere come si comporta la grande macchina con le «gambe» in funzione. I soccorsi «dalle nuvole» possono contare su piloti molto esperti, «che devono comunque sottoporsi a prove continue. Se facessimo un paragone con le automobili, è come se ogni sei mesi dovessimo rifare l’esame delle patenti a Camorino. Sei mesi dopo, invece, sarebbe la volta di un corso antisbandamento. Due prove che si alternano per sempre. O, meglio, fino alla pensione», esclama il nostro interlocutore con un sorriso. Una cicalina emette un tono acuto e intermittente, accompagnata da un lampeggiatore rotante giallo posto al termine del corrimano: la passerella di collegamento si solleva, come un ponte levatoio di una fortezza. Il grande simulatore ora è libero di muoversi sulle proprie gambe. Gli attuatori elettromeccanici, alti qualche metro, iniziano a sbuffare e a spingere verso il cielo. «Questo nuovo istruttore sta imparando a utilizzare il simulatore. In totale staranno dentro per circa un’ora, un’ora e mezza».

Come molti piloti della Rega, anche Siegrist ha un passato nell’Esercito. «L’ho fatto per dieci anni, prima di passare alla Rega, dove proprio quest’anno ho compiuto, appunto, un altro decennio di attività».

Una carriera iniziata proprio all’aeroporto di Locarno e che oggi si divide tra la casa di Gordola, la base Rega di Locarno, il simulatore di Opfikon e le altre basi dove opera. «Principalmente a Locarno, ma anche a Erstfeld». Ma ammette di non spostarsi in elicottero: «No. L’elicottero si trova già nella base - sottolinea -, io arrivo in auto». Sempre in movimento, quindi. Tanto da aver passato, l’anno scorso, quasi un centinaio di notti fuori casa.

A seconda del tipo di istruzione al simulatore, capita di trascorrere a Zurigo anche quattro o cinque giorni di fila

Sempre in movimento

«A seconda del tipo di istruzione al simulatore, capita di trascorrere a Zurigo anche quattro o cinque giorni di fila». Un impegno che non gli pesa, anzi. L’attenzione nelle sue risposte fa trasparire la passione che lo muove non solo nella formazione di nuove leve, ma anche nel contribuire a migliorare sempre di più la qualità dei soccorsi della fondazione che ogni anno porta a termine 20.000 missioni.

Una fortuna, comunque, avere la possibilità di allenarsi in un posto relativamente vicino a casa. In precedenza, fino all’autunno scorso, i piloti dovevano andare in Germania. Mentre Siegrist rivela i «segreti» dell’addestramento dei piloti in stile «Rega», con la mentalità da soccorritore, ecco che il macchinone alle sue spalle inizia a sobbalzare in modo quasi anomalo e a virare con forza. Gli equipaggi della Rega, in fondo, devono far fronte a tutte le situazioni.

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Equipaggi impegnati nell’istruzione

Settimana intensa  Da oggi a venerdì 15 marzo si svolge l’annuale settimana di istruzione della Rega per la sua base a Locarno, una tappa obbligata per tutte le basi. Gli equipaggi, composti da piloti, medici e soccorritori professionali, assieme al gruppo di alpinisti specializzati nel soccorso con elicottero del Club alpino svizzero, si esercitano nel recupero di pazienti con l’ausilio del verricello. Nel programma è prevista pure un’esercitazione di evacuazione dalla seggiovia di Cardada e il recupero di un figurante da una zona impervia a Curogna (sopra Cugnasco).

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