Il Bistrot che esce dal teatro per entrare nella tradizione
È una rassegna che è entrata ormai nella tradizione. Da oltre vent'anni, infatti (22 per la precisione), il Teatro Paravento organizza il suo «Bistrot» nei giorni del Locarno Film Festival. Uno luogo alternativo dedicato al pubblico di festivalieri, e non solo, in cerca di uno spazio dove trascorrere una serata tra musica e cucina ricercate. Ogni sera un concerto (dalle 21.30) e un menu (dalle 18) a chilometro zero preparato dal ristorante La Colombera. Un’occasione per far viaggiare i sensi e compiere un giro del mondo spaziando dalle sonorità dell’America latina a quelle tradizionali irlandesi o scozzesi.
Iniziato il 2 agosto, il programma della manifestazione proseguirà lunedì sera con la miscela proposta dal complesso Kuma: samba, tango argentino, cumbia combinati con accenni di rock’n roll; martedì, invece, le note trasporteranno il pubblico nel repertorio irlandese con armonie mediterranee dei Willos’; mercoledì tocca al Trio Dom Lampa e alla sua musica brasiliana; giovedì ancora Irlanda e Scozia in compagnia degli InisMòr; il venerdì sarà animato dal frenetico stile balcanico e gipsy di Ajde Zora, cinque musicisti con la cantante Milica Polignano, mentre il sabato chiuderà la manifestazione La Combi con melodie caraibiche.
Una tradizione nata in maniera artigianale e tutta su iniziativa privata, come ricorda al Corriere del Ticino Miguel Cienfuegos, cofondatore del Teatro Paravento: «I primi anni era una cosa molto semplice, ma piano piano si è perfezionata fino al grado di professionalità che abbiamo oggi. Al punto da essere riconosciuta anche da ditte che prenotano una serata diversa dai ‘soliti’ eventi aziendali». Il 71.enne, emigrato in Svizzera dal Cile nel 1974, dopo il colpo di Stato dell'11 settembre 1973, fa strada nella struttura.
Un luogo unico
«Sì, questo normalmente è un camerino, ma in questi giorni si trasforma temporaneamente in una sorta di deposito...». Giusto un paio di gradini “dietro le quinte” («... attenzione alla testa!») ed ecco che il cortile dietro Casa San Francesco, sede della compagnia, si presenta in tutto il suo splendore. con una serie di tavolini e sedie che pronte per accogliere gli ospiti che arriveranno già nel corso della prima serata. Sulla destra, lungo tutto un lato del perimetro del muro di cinta, ecco il palco. Tutto è ordinatissimo e pulitissimo. La giornata è soleggiata e punteggiata da qualche nuvola. Promette bene, insomma.
Il luogo dell’evento ha caratteristiche uniche: «Pensa che qui, ai tempi, c’era una sorta di foresta selvaggia. Nemmeno noi sapevamo esattamente cosa fosse. Era l'Amazzonia di Locarno! Solo vegetazione e verde impenetrabile. Fatta eccezione per un piccolo spazio al centro, una sorta di orticello curato dal capo giardiniere comunale di allora, perché abitava qui vicino. Ma per il resto... Grazie alle doti da giardiniere del nostro nostro ‘storico’ tecnico Joseph Busta, poi, abbiamo capito che l’area si sviluppava su tre piani terrazzati», aggiunge, raccontando il lavoro di pulizia e manutenzione a carico del gruppo per tutto l'anno «senza alcun tipo di sostegno».
«È uno spazio spettacolare e il nostro è un recupero di uno spazio della città che fino a quel momento era rimasto dimenticato. Con la nostra proposta culturale diamo poi uno scopo ‘nobile’ a un luogo a lungo ignorato nonostante sia proprio in centro, a pochi metri da Piazza Grande.
Sì a musica d'ascolto
Cienfuegos è molto soddisfatto della ‘creatura’ uscita dal Teatro Paravento, una realtà—tra l'altro—fondata nel 1982. «Il nostro Bistrot è diventato una sorta di istituzione». Un'istituzione entrata nella tradizione. «Ventidue anni fa c'era un movimento di associazioni nel Locarnese che volevano proporre spazi di differenti da quelli normalmente frequentati dai festivalieri. All'epoca, dopo le proiezioni, si andava in un ristorante o una pizzeria. Alcune associazioni si sono dette che non bastava e che era necessario creare momenti con un approccio diverso». E così, dall'esperienza del Bar Rosita, ecco un Bistrot nuovo di zecca. Un'area dove prendere un aperitivo, cenare o semplicemente incontrarsi.
Le fa eco Luisa Ferroni, anche lei da una vita nel Paravento, alla quale si è aggiunta nel 1991 subito dopo aver frequentato la scuola di teatro fondata dal clown Dimitri, seguendo le orme di Cienfuegos: «Ma come non citare i meriti della nostra costumista e scenografa Deborah Parini che da anni si occupa, oltre che del bar, anche degli allestimenti e delle varie decorazioni che si possono ammirare in questo luogo particolare?», si chiede la 55.enne, sottolineando come la programmazione e la scelta degli artisti ricalchi quella, appunto, di un teatro. «È soprattutto musica d’ascolto in un luogo piccolo, intimo. Non è il grande concerto ‘spaccatimpani’, insomma».
Biologico e a chilometro zero
«C'è comunque buona musica d'ascolto, ci sono chiaramente anche musiche ballabili. Però questo non è il luogo adatto per concerti rock in grande stile. In fin dei conti siamo una compagnia teatrale e non è questa la nostra intenzione. Ci teniamo molto alla qualità dei concerti».
«Il Bistrot è aperto tutti i giorni, dalle 18 fino alle 3, mentre i concerti iniziano alle 21.30 e durano fino a mezzanotte circa. Già dalle 18 si può gustare la nostra offerta culinaria curata dall'agriturismo biologico “La Colombera”, pioniere dell'agricoltura biologica in Ticino, con la fattoria a Sant'Antonino. Un tipo di cucina a chilometro zero, naturale e biologica, disponibile fino alle 22.30 circa. Ogni sera un piatto del giorno realizzato con ingredienti genuini», conclude Ferroni.