L'anniversario

L'ex rettore don Libero Gerosa e i tre aneddoti sulla Facoltà di Teologia di Lugano: «Nulla si fa da soli»

Stamattina, in un convegno organizzato al Campus Ovest dell’USI, la celebrazione ufficiale dei tre decenni di vita della FTL
La Facoltà di Teologia di Lugano nacque per volontà del vescovo Eugenio Corecco. ©Carlo Reguzzi
Dario Campione
27.04.2024 06:00

Dopo una messa celebrata nella Basilica del Sacro Cuore alle 8.30 e presieduta dall’amministratore apostolico monsignor Alain de Raemy, questa mattina, alle 10, nell’auditorium del Campus Ovest dell’USI, un convegno celebra i 30 anni della Facoltà di Teologia di Lugano (FTL). Tra i relatori anche don Libero Gerosa, per otto anni - dal 2000 al 2008 - rettore dell’istituzione ticinese. Don Gerosa ha gentilmente concesso al CdT di poter leggere in anteprima il suo discorso, nel quale spiccano tre «aneddoti», ciascuno «sintetizzabile in una parola: gratuità, umanità, preghiera».

«Quando monsignor Giuseppe Torti mi chiamò dalla prestigiosa accademia filosofica e teologica fondata nel 1614 nel cuore della Westfalia del Nord, dove ero appena stato eletto rettore, per invitarmi ad assumere al più presto il rettorato della FTL - scrive don Gerosa - solo alla fine del dialogo, già sulla porta d’entrata mi disse: “Dimenticavo. Come rettore ti devi occupare anche di trovare i finanziamenti». In un sol colpo fui costretto a imparare che senza l’aiuto magnanimo, concreto e gratuito di uomini e donne affascinati dall’intuizione del suo fondatore, il vescovo Eugenio Corecco, la FTL non sarebbe andata da nessuna parte».

Nei primi mesi del rettorato, racconta ancora don Gerosa, «durante i colloqui personali con docenti e collaboratori, una segretaria, tremante come una foglia, mi disse: “Ma qui tutti dicono che lei è un professore severo, preciso, esigente, venuto dalla Germania per cacciarci via tutti» Risi di gusto e le ricordai che da nessuna parte, nemmeno a Lugano, si fa una facoltà da soli e soprattutto senza umanità vera».

E poi, il terzo ricordo, sicuramene più spirituale. «Sempre all’inizio della mia esperienza a Lugano, quando tutti, avversari e presunti amici della FTL, non volevano il suo trasferimento nel campus universitario, ho avuto la grazia che qualcuno, mia madre, mi insegnò a pregare quotidianamente il Rosario per ciò che ero stato chiamato a fare. La FTL può svolgere fino in fondo la sua missione nel mondo universitario, laico e pluralista, solo se sostenuta dalla preghiera, il dialogo per antonomasia dell’uomo con Dio; dialogo che apre il cammino verso la conoscenza della verità ultima di tutte le cose, del reale nel suo insieme».