Il punto

Che cos'è successo a Trinidad e Tobago?

La grande fuoriuscita di petrolio da una nave fantasma continua a preoccupare le isole caraibiche – E ora, la «marea nera» minaccia anche Grenada
©Satellite image 2024 Maxar Technologies
Red. Online
17.02.2024 10:39

Che cosa sta succedendo ai Caraibi? Da qualche giorno, le isole di Trinidad e Tobago sono finite sotto ai riflettori. Complici le immagini che hanno iniziato a diffondersi sui media internazionali, dove si vede un'enorme macchia nera inghiottire parte delle acque cristalline che tanto caratterizzano questa parte di mondo. Ma di che cosa si tratta?

Riavvolgiamo il nastro. Tutto ha avuto origine il 7 febbraio, quando vicino alla costa sud-occidentale di Tobago ha fatto la sua comparsa una nave fantasma. Nave che, dopo essersi incagliata, si è ribaltata facendo fuoriuscire importanti quantità di petrolio, fino a essere trascinata dalle correnti verso la riva. Da lì, le immagini che hanno fatto rapidamente il giro del mondo. 

Secondo le prime informazioni, giunte subito dopo l'incidente, sono stati colpiti dal disastro almeno 15 chilometri della costa sud-ovest, vicino a Scarborough (la città principale di Tobago), comprese alcune spiagge incontaminate dell'isola caraibica. Più di 1.000 volontari si sono messi a disposizione per ripulire il petrolio, mentre diversi sommozzatori hanno cercato di isolare la perdita della nave, su cui tuttavia non era presente alcun membro dell'equipaggio. 

Oltre che estremamente pericolosa per l'ambiente, la faccenda è infatti avvolta anche da una nube di mistero. Sull'imbarcazione (di cui si conosce solo il nome, Gulfstream), oltre a un presunto carico di sabbia e legno, non era presente anima viva. Stando a quanto scoperto grazie ad alcuni portali di tracking della navigazione marina, si suppone che stesse trasportando 300 mila barili di idrocarburi, da Panama alla Guyana. Difficile, insomma, capire chi ci fosse a bordo. Tanto meno chi fosse il proprietario, o se ci sia ancora qualcosa a bordo, nascosto chissà dove. Di più, secondo i media internazionali, la nave fantasma stava navigando con una bandiera non identificata. E soprattutto, aspetto ancor più curioso, non ha mai lanciato alcuna chiamata d'emergenza. Motivo che non porta a escludere l'ipotesi che l'imbarcazione potesse essere coinvolta nel traffico di esseri umani. 

Tuttavia, nonostante il mistero sia ancora irrisolto, ciò che è certo è che i danni causati all'ambiente in questo angolo caraibico sono stati ingenti. L'incidente, inizialmente considerato di livello 2, è stato infine elevato a categoria 3. La fuoriuscita di petrolio ha infatti severamente danneggiato una parte della barriera corallina, oltre che diverse spiagge. Un problema con cui dovranno convivere, ora, anche i numerosi resort dell'isola, che accolgono turisti che non aspettano altro che tuffarsi nel mare cristallino di Trinidad e Tobago. Il cui picco avrebbe dovuto registrarsi proprio in questi giorni, in occasione dei festeggiamenti per il Carnevale. 

Al momento, nonostante siano passati dieci giorni dal giorno dell'incidente e nonostante gli sforzi dei volontari, la situazione non accenna a migliorare. E anzi, il pericolo si espande. Esattamente come sta succedendo, concretamente, nel mare caraibico. Il governo di Grenada ha infatti denunciato l'ingresso nelle sue acque di parte del petrolio fuoriusscito da Gulfstream. L'Agenzia nazionale per la gestione dei disastri, dal canto suo, ha replicato di essere in contatto con le autorità di Trinidad e Tobago, per verificare in che modo quella che viene ormai identificata come «marea nera» possa colpire l'isola di Grenada. 

La situazione è data anche dalle difficoltà che i sommozzatori hanno incontrato nel tentativo di tamponare la perdita di petrolio, la cui lunghezza ha ormai raggiunto i 100 metri.