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Che ne sarà di Paramount Global (e Paramount+)?

La partenza dell'amministratore delegato del gruppo, Bob Bakish, ha rilanciato le voci di un'imminente fusione con Skydance Media, uno studio hollywoodiano – Un'ipotesi poco gradita a gran parte degli azionisti
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Red. Online
30.04.2024 19:30

Che cosa succederà, ora e soprattutto in futuro, a Paramount Global? Bella domanda. Gli esperti, al riguardo, sono molto guardinghi. Ma concordano su un aspetto: i prossimi, saranno anni complicati. Certo, il 2024 è cominciato bene, se non benissimo. Lo dimostrano i risultati del primo trimestre, pubblicati lunedì: numeri buoni, anzi interessanti, con il Super Bowl che ha dato un forte impulso alle entrate pubblicitarie e, parallelamente, spinto le sottoscrizioni alla piattaforma streaming Paramount+, presente anche in Svizzera. Questi dati, spiega il Wall Street Journal, stanno tuttavia passando in secondo piano. Complici i tanti, forse troppi discorsi attorno a un'imminente fusione. A suo tempo, i piani di unire le forze con Warner Bros Discovery – giova ricordarlo – erano saltati. 

L'ultimo scossone, in questo senso, l'ha dato l'annuncio della partenza dell'amministratore delegato di Paramount Global, Bob Bakish, al timone da quando un'altra fusione, precedente, era andata in porto: quella fra Viacom e CBS, nel 2019, da cui era sorta appunto Paramount Global. A detta del Wall Street Journal e di altri media, Bakish sarebbe entrato in rotta di collisione con l'azionista di controllo, Shari Redstone, a causa del suo scarso interesse ed entusiasmo per un accordo di fusione con Skydance Media. Al posto di Bakish sono stati nominati tre alti dirigenti di Paramount. Poco, se non nulla, si sa circa un sostituto permanente in qualità di amministratore delegato. Segno, evidentemente, che un accordo è vicino.

Sia quel che sia, la cosiddetta troika ora al timone e gli altri membri del Consiglio di amministrazione di Paramount Global hanno e avranno ancora molto lavoro da fare. Il titolo in Borsa, al di là di un lieve rialzo lunedì, è ancora in calo del 27% da quando, a dicembre, era emerso l'interesse da parte di Skydance. La maggior parte degli azionisti di Paramount Global, per contro, spinge per un'altra offerta, da 26 miliardi di dollari, formulata dal colosso del private equity Apollo Global Management. Offerta che avrebbe il sostegno e la collaborazione di Sony, pure interessata. Piccolo problema: un'eventuale fusione che, concretamente, farebbe un tutt'uno degli studios di Paramount e Sony attirerebbe verosimilmente le attenzioni delle autorità americane antitrust. A maggior ragione se pensiamo che Sony e Paramount sono rispettivamente il quarto e quinto distributore cinematografico per quota di incassi. 

L'ingresso di Skydance, invece, darebbe di fatto le chiavi di Paramount a uno studio hollywoodiano. Chiamato, a quel punto, a ridurre drasticamente i costi e allo stesso tempo capire quali strategie adottare – in ottica anti-Netflix – nello streaming. Paramount+, dicevamo, ha presentato numeri interessanti: nel primo trimestre ha aggiunto 3,7 milioni di nuovi abbonati, contro i 2,2 milioni attesi da Wall Street. Si tratta, però, di una cifra inferiore, di oltre la metà, rispetto agli abbonati aggiunti nello stesso periodo da Netflix. Nonostante, appunto, il traino esercitato dal Super Bowl (trasmesso su CBS, parte di Paramount Global) e, analogamente, dalla presenza della pop star più importante del momento, Taylor Swift.