Il caso

«L’Europa ora dipende dal fertilizzante russo: è il nuovo gas»

Le importazioni di urea dal Paese di Putin sono raddoppiate rispetto al periodo precedente all'invasione dell'Ucraina: «Come sonnambuli stiamo consegnando a Mosca un potere fondamentale»
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Michele Montanari
02.05.2024 10:30

Emerge una nuova contraddizione nell’Europa che a suon di sanzioni sta cercando ormai da più di due anni di fiaccare l’economia russa. Dopo l’allontanamento – non senza sacrifici – dal gas e dal petrolio russo, il Vecchio continente sembra aver trovato un nuovo prodotto del quale non riesce proprio a fare a meno: il fertilizzante. Lo ha dichiarato al Financial Times Svein Tore Holsether, amministratore delegato del produttore di fertilizzanti minerali a base di azoto Yara International, con sede a Oslo, in Norvegia.

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin, l’Unione europea ha cercato di essere sempre meno dipendente dall’energia russa, applicando una serie di sanzioni contro i combustibili fossili, riducendo le importazioni di petrolio e cercando il gas su altre rotte. La stessa cosa non è invece avvenuta con i fertilizzanti, specialmente quelli a base di azoto, come l’urea, realizzati con gas naturale e decisamente più a buon mercato in Russia. Secondo l’Istituto di statistica dell’Unione europea (Eurostat), le importazioni in UE di fertilizzanti prodotti in Russia, fra il 2022 e il 2023, sono aumentate del 34% rispetto al periodo precedente all’invasione del febbraio 2022. E a giugno del 2023 le importazioni di urea russa sono addirittura raddoppiate rispetto all’anno precedente. Anche se negli ultimi mesi la tendenza è leggermente rallentata, l'urea costituisce ancora quasi un terzo delle importazioni totali.

Secondo Holsether, l’Europa, con i fertilizzanti russi, sta riproponendo lo stesso errore commesso in ambito energetico: «Il fertilizzante è il nuovo gas. È paradossale che l’obiettivo sia quello di ridurre la dipendenza dell’Europa dalla Russia, e poi, come sonnambuli, consegniamo alla Russia un potere fondamentale come quello legato alla produzione di fertilizzante».

I produttori russi non solo hanno a disposizione abbondante gas naturale, ma devono sottostare a minori restrizioni dal punto di vista dell’ecosostenibilità rispetto ai membri UE. Questo ha permesso loro di aumentare la propria quota di mercato nel Vecchio continente. Inoltre, le sanzioni internazionali contro la Russia hanno in larga parte escluso il settore alimentare e quello dei fertilizzanti, in quanto le misure restrittive avrebbero potuto causare una crisi alimentare, dopo quella energetica provocata dall’embargo sul petrolio.

Il timore di Holsether è che la Russia possa utilizzare il suo crescente dominio sul mercato dei fertilizzanti per scopi politici. Secondo l’amministratore delegato di Yara International, per invertire la tendenza, bisognerebbe aumentare gli incentivi agli agricoltori così da spingerli ad acquistare i fertilizzanti prodotti in Europa.

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