La curiosità

«Noi, dalla Svizzera alla Nuova Zelanda, a suon di pedalate»

Il caso della giovane coppia partita da Interlaken a giugno in bicicletta per raggiungere Auckland: «Abbiamo imparato tanto, finora abbiamo percorso 7.800 chilometri»
Un autoscatto realizzato a gennaio, poco dopo aver raggiunto la Tailandia (giornata numero 207, con 7.263 chilometri percorsi)
Jona Mantovan
20.01.2024 18:30

Destinazione Auckland, Nuova Zelanda. Un viaggio lungo, soprattutto se svolto a colpi di pedalate. È proprio così che hanno deciso di muoversi Nicolas Jud e Smilla Berger. In arte Smi&Nici, pubblicano quotidianamente aggiornamenti sul loro profilo Instagram Nostra via (oltre diecimila sostenitori, a cui vanno aggiunti quelli su TikTok e YouTube). Partenza l'11 giugno 2023 da Interlaken per andare praticamente in capo al mondo, ma sempre in sella alle loro biciclette: delle Polygon Bend R5 superattrezzate e di tipo «Gravel», incrocio tra quelle di strada e di montagna, adatte per affrontare anche terreni irregolari. Una sfida di oltre 23.000 chilometri.

In collegamento da Kho Lanta (Tailandia), località dove concedere l'intervista al Corriere del Ticino, hanno deciso di prendersi un giorno di pausa, appaiono comunque freschi e riposati. Una coppia sorridente, positiva, disponibile a rispondere a tutte le domande nonostante il collegamento Internet piuttosto traballante. I due, oggi 27.enni, si conoscono a Berna sei anni fa, dove si erano trasferiti un periodo, anche se sono cresciuti nello stesso paese. «Avevamo l'intenzione di compiere un bel viaggio, però non trovavamo mai davvero il tempo» racconta lui, fra l'altro nato in Sudafrica ma cresciuto in Svizzera fin da piccolissimo. «Finché, un giorno, mio fratello emigra in Nuova Zelanda. E abbiamo pensato: "Beh, come raggiungerlo? Come andare a trovarlo senza prendere aerei o usare automobili? Dai, prendiamo le nostre biciclette e carichiamole con tutto ciò che ci serve". E così è andata». «Già, all'inizio mi sembrava un po' folle», esclama lei. Intanto, una folata di vento scuote la vegetazione sullo sfondo, che si staglia su un cielo azzurro che ricorda un'atmosfera decisamente più estiva. In effetti, uno degli ultimi loro aggiornamenti lamentava temperature «sopra i trenta gradi».

Da giugno, dalla piccolissima Interlaken (Oberland, canton Berna), avanti tutta. Nicolas snocciola le tappe principali. «Abbiamo percorso i passi del Grimsel e della Novena, in direzione del Ticino, poi via Bellinzona verso l'Italia fino a Venezia. Poi da Trieste alla Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Grecia. Da lì in Turchia, al Kurdistan. La situazione politica instabile ci ha costretto a prendere qualche deviazione finché, dopo Dubai, abbiamo proseguito attraverso il deserto verso l'Oman e dall'Oman a Mumbai, in India. Fino allo Sri Lanka. Da lì abbiamo preso un aereo per Bangkok e ora stiamo viaggiano da Bangkok fino a Bali». Le tappe future? Presto dette: «Da Bali all'Australia. E dall'Australia alla Nuova Zelanda, finalmente».

Prende parola Smilla, che racconta il vissuto quotidiano della loro tabella di marcia: «All'inizio avevamo programmato di percorrere 30/40 chilometri al giorno. Non siamo ciclisti allenati e quindi abbiamo tenuto una cifra piuttosto bassa in termini assoluti. Ma poi ci siamo adattati piuttosto rapidamente a questo stile di vita e abbiamo notato che, alla fine, in un giorno riusciamo a macinare molto di più».

«Sì», conferma Nicolas. «Prendi il ritmo e ora siamo sui 50, 60 chilometri. Un paio di volte siamo arrivati oltre i 100», sottolinea. «Abbiamo così aggiustamenti costanti nel nostro programma. Se qualcuno vuole passare a trovarci da qualche parte, dobbiamo prevedere che accade sempre prima di quanto ci eravamo messi d'accordo o avevamo anche solo pensato». La data prevista di arrivo, secondo entrambi, dovrebbe aggirarsi attorno a «luglio 2024, se riusciamo a continuare così». E dopo? «Beh, naturalmente ci godiamo un po' di tempo in Nuova Zelanda con mio fratello. Poi sarà ora di tornare in Svizzera».

Abbiamo entrambi deciso di congedarci per un periodo indefinito. All’epoca, non sapevamo se sarebbe durato due anni oppure un anno

Restituire qualcosa

Il viaggio, però, non è solo fine a sé stesso. «Vorremmo restituire qualcosa, soprattutto agli animali che incontriamo lungo il cammino. Tramite il nostro profilo Instagram si trova il collegamento al nostro negozio su Internet, dal quale è possibile acquistare i nostri braccialetti fatti in casa. Ci aiuteranno a sostenere una serie di progetti dedicati a elefanti e tartarughe». 

Smilla riprende la parola e parla anche degli sponsor: «Un marchio tedesco, Vaude, e uno svizzero, Hajk. Il primo per tutti gli utensili da cucina e i nostri apparecchi, il secondo per l'abbigliamento tecnico come i pantaloncini da ciclista. Tutti e due ci hanno sponsorizzato questa preziosa attrezzatura dando grande supporto, ci hanno agevolato tanto. Soprattutto all'inizio, quando dovevamo acquistare tutto da zero e organizzarci con moltissime cose». 

La ragazza parla poi del periodo subito successivo, quando la questione è stata portata ai loro datori di lavoro: «Abbiamo entrambi deciso di congedarci per un periodo indefinito. All’epoca, non sapevamo se sarebbe durato due anni oppure un anno. Fin dall'inizio non avevamo intenzione di impegnarci perché, magari, ci sarebbe piaciuto rimanere in un posto che ci piaceva per un periodo più lungo. Non volevamo porci limiti, insomma. Magari immaginando di stabilirci da qualche parte trovando lavoro in un contesto del tutto differente. Non sappiamo quando e se torneremo. Non è ancora tutto risolto. L’appartamento l'abbiamo lasciato e tutte le nostre cose sono custodite dai genitori. Sono comprensivi e ce le restituiranno quando torneremo in Svizzera».

Abbiamo conosciuto persone fantastiche. Come in Italia, quando una famiglia ci aveva invitato a cena. Abbiamo trascorso una serata indimenticabile

Cani randagi ovunque

E poi c'è il dopo. L'avventura. Le sorprese. Gli imprevisti. Ma, a sentire la coppia, non ci sono stati scossoni rilevanti. Nonostante ci si metta gambe in spalla e una tendina per trascorrere la notte e via. «È difficile abituarsi», dice con enfasi la nostra interlocutrice. «E spesso dovevamo chiedere ai proprietari di fattorie, di campi o di giardini, se potevamo pernottare sul loro terreno. Ho fatto sempre molta fatica ad avvicinarmi agli estranei, ciononostante Nicolas ci riesce davvero bene», esclama con un sorriso.

«Abbiamo conosciuto persone fantastiche. Come in Italia, quando una famiglia ci aveva invitato a cena. Abbiamo trascorso una serata indimenticabile. Forse è più difficile passare la notte in posti non proprio bellissimi, magari in mezzo al nulla. Ci è capitato di sentire rumori di animali, di coyote ad esempio. Poi ci sono anche i periodi in albergo. È fantastico avere l'aria condizionata, dato che qui è sempre molto caldo, e ovviamente cogliamo l'occasione per lavarci e cambiarci quel che indossiamo». 

Nicolas evidenzia un aspetto che l'ha colpito. «Sì, il fatto di incrociare una quantità sorprendente di cani randagi. Sono ovviamente molto curiosi e quando qualcosa fa rumore o quando piantiamo una tenda, anche loro vogliono sapere chi sta arrivando. Bisogna gestirli, bisogna sapere come comportarsi con loro e sperare che pure loro non perdano la calma. Può anche capitare che decidiamo di dormire in una spiaggia. Capita piuttosto di frequente. Poi ci sono magari i gruppetti che portano la chitarra, tamburi o altri strumenti e fanno festa, anche se noi vogliamo solo riposare. È tutto insolito, tuttavia anche molto bello», rimarca lui.

Abbiamo tutto l'occorrente per cucinare, con un fornello a benzina, che permette di essere alimentato praticamente ovunque

Batterie e pannelli solari

Qual è l'attrezzatura giusta per compiere questa sorta di 'giro del mondo' in bicicletta? Sempre Nicolas svela il segreto di una ricetta degna di Phileas Fogg, celebre protagonista di un romanzo di fantasia, capolavoro firmato Giulio Verne: «Beh, abbiamo tutto l'occorrente per cucinare, con un fornello a benzina, che permette di essere alimentato praticamente ovunque». Interviene Smilla: «Ah, Sì. Questo è molto importante. Possiamo cucinare ovunque», illustra annuendo in maniera evidente, quasi solenne.

«Non mancano tutti i generi di batterie. Realizziamo filmati che pubblichiamo sui media sociali praticamente ogni giorno ed è indispensabile che tutti gli apparecchi si possano mettere in carica. Lo facciamo con un pannello solare, che apriamo e permette di ricaricare anche sul retro delle bici, mentre viaggiamo. Ovviamente, abbiamo anche tutto il necessario per pernottare».

Nella lista “di sopravvivenza” ci sono anche vari pezzi di ricambio meccanici dei loro "cavalli d'acciaio", come camere d'aria. «Ma anche molte app per orientarci e scegliere i percorsi migliori, ne usiamo più di una sui nostri telefonini intelligenti. Ognuna ha pregi e difetti, dati più completi a dipendenza dell'area». Un'esistenza materiale ridotta all'osso, quindi, con mantelline da indossare in caso di pioggia e un paio di cambi. «Quando ne indossi uno, l'altro lo lavi. Cosa fondamentale sono i pantaloncini per ciclisti, che contengono una sorta di cuscino», aggiunge lei. «Aiuta parecchio a proteggere dal dolore».

Questa esperienza mi ha dimostrato che se si vuole, si può fare tutto ciò che si vuole

Esperienze e sorprese

Le tappe scorrono una dopo l'altra e i due di norma si fermano una sola notte nello stesso posto. Anche se si sono concessi di riprendere fiato in vari punti. I sostenitori che li seguono attraverso le reti sociali, d'altronde, li incoraggiano in tutti i modi e su questo non hanno avuto nulla da ridire. 

«Sono molto sorpreso di essere arrivato sin qui», conclude Nicolas. «Questa esperienza mi ha dimostrato che se si vuole, si può fare tutto ciò che si vuole». Anche Smilla ha una riflessione che raccoglie le emozioni vissute negli ultimi mesi: «La nostra avventura è iniziata con una serie di domande, che ci hanno spinto a intraprendere un viaggio ricco di scoperte e meraviglie. È un'esperienza di fondamentale importanza, non solo per la sua spettacolarità, ma anche per il valore che ha aggiunto alla nostra vita. Abbiamo intrapreso questo viaggio principalmente per noi stessi, alla ricerca di avventure e conoscenze. Lungo il cammino, abbiamo imparato molto e abbiamo vissuto esperienze indimenticabili. Siamo felici di poter aiutare o ispirare altre persone, oltre che a sostenere una serie di progetti dedicati agli animali. La possibilità di dare qualcosa in cambio è semplicemente meravigliosa».

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