Russia

Putin nazionalizza le imprese straniere, tocca a Bosch e Ariston

L'Italia teme un atto di ritorsione legata al ruolo della presidenza nel G7 nel possibile sequestro degli asset russi congelati in Europa – Da febbraio 2022, 40 richieste di nazionalizzazione di oltre 180 aziende private
© KEYSTONE (EPA/ALEXANDER DEMIANCHUK/SPUTNIK/KREMLIN)
Red. Online
27.04.2024 09:31

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato ieri un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell'italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgeräte GmbH.

Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall'inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di una manciata di aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni. Nella primavera del 2023, Putin ha firmato un decreto che consente all’Agenzia federale per la gestione della proprietà di gestire temporaneamente e nazionalizzare i beni delle società straniere in Russia. Lo scorso anno il presidente russo aveva firmato un altro decreto per il trasferimento temporaneo della gestione delle filiali russe di Danone e di Carlsberg all'agenzia federale per la gestione delle proprietà, Rosimushchestvo. Il provvedimento era stato adottato dopo che la società francese e quella danese avevano annunciato l'intenzione di uscire dal mercato russo. Il 98,56% delle azioni del birrificio russo Baltika, appartenente a Carlsberg, e decine di migliaia di azioni appartenenti a Danone erano state poste sotto il controllo dell'Agenzia. Nel caso di Ariston e Bosch, invece, la gestione viene trasferita, sempre «temporaneamente», a un altro gruppo industriale, sebbene controllato dal governo.

Una mossa giudicata «ostile» dall’esecutivo italiano che ha attivato Palazzo Chigi e Farnesina per capire se sia possibile trovare un accordo per riportare la filiale russa sotto il controllo della casa madre italiana e se si tratti o meno di una ritorsione legata al ruolo della presidenza italiana nel G7 nel possibile sequestro degli asset russi congelati in Europa. L’Italia, infatti, al momento, ha detto di sì soltanto al sequestro degli interessi degli asset, mentre gli Stati Uniti premono perché porti sul tavolo del G7 il prelievo di tutti i beni russi congelati nell'UE. Si tratta di 3 miliardi contro 330 miliardi di euro.

Record di nazionalizzazioni

Ariston e Bosh non sono le prime aziende nazionalizzate da Mosca. Da febbraio 2022 — scrivono Novaja Gazeta e Transparency International Russia — ai tribunali russi sono pervenute un numero record di 40 richieste di nazionalizzazione di oltre 180 aziende private per un patrimonio totale che ha superato i mille miliardi di rubli. In Russia è di fatto in corso una ridistribuzione della proprietà su larga scala: a rischio sono tutti i settori industriali, innanzitutto quello militare, seguito da quello alimentare, chimico e metallurgico. Stavolta nel mirino è finito il settore degli elettrodomestici.

Ariston opera sul mercato russo dal 1995. Lo stabilimento di Vsevolozhsk, nella regione di Leningrado, produce scaldacqua ad accumulo. Bsh Elettrodomestici, invece, era impegnata nella produzione di frigoriferi e lavatrici, nella vendita di pezzi di ricambio ed elettrodomestici, nonché di dispositivi di assistenza Bosch, Siemens, Gaggenau, Neff, Zelmer. Ma nel 2022 ha annunciato la sospensione della produzione e delle forniture di elettrodomestici in Russia.

Passata negli anni Novanta sotto il dominio di pochi oligarchi, l’economia russa sta subendo un lento ritorno a un’economia di Stato. Allo stesso tempo, le imprese nazionalizzate vengono poi redistribuite a imprenditori vicini a Putin.

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