Il reportage

Sguardo dentro il «Palexpo 2.0» di Locarno: «Si finisce tra due settimane»

Visita «esclusiva» all’interno dell’ex «Fevi» con Bruno Buzzini, capodicastero Opere pubbliche di Locarno – La struttura aveva subito danni per 2 milioni di franchi dopo la grandinata di fine agosto 2023: «Ma ora è molto più forte»
Bruno Buzzini, capodicastero opere pubbliche della città di Locarno; sullo sfondo, una ripresa aerea del Palexpo, così come si presentava a ottobre.
Jona Mantovan
04.05.2024 06:00

Detto e fatto. Maggio doveva essere e maggio sarà. La promessa è del capodicastero Opere pubbliche della città in persona, vale a dire il municipale Bruno Buzzini, «decano» dell’Esecutivo di Locarno, che dopo le elezioni comunali di aprile ha avviato la sua terza legislatura. L’appuntamento è sul piazzale di fronte al Palexpo (l’ex «Fevi» come lo chiamano ancora in tanti), pronto per essere inaugurato nella sua versione «due punto zero», dopo la distruzione subita nella devastante grandinata del 25 agosto 2023 che aveva provocato danni per 2 milioni, una spesa oggi coperta dall’assicurazione. «Abbiamo un mese di anticipo rispetto ai piani», annuncia sorridente il 56.enne avvicinandosi con passo rapido e «bigino» alla mano. Doveva essere consegnato in giugno, ma sarà pronto già questo mese.

Viavai di operai

Il giorno prima - giovedì - si era tenuta l’assemblea del Locarno Film festival, dalla quale il nuovo sindaco, Nicola Pini, si era poi dovuto congedare per discutere «questioni importanti» relative proprio alla struttura chiave della manifestazione, che con i suoi oltre 3.000 posti ospita le proiezioni del concorso internazionale: una sala cinematografica «tra le più grandi al mondo». Al Corriere del Ticino, Pini aveva poi confermato come questa «dovrebbe essere agibile» in tempo per la kermesse.

Sono soddisfatto del lavoro svolto, lo dico a nome del Municipio: abbiamo rispettato tempi e costi
Bruno Buzzini, capodicastero opere pubbliche della città di Locarno, 56 anni

«Sono certo che sarà così», rileva Buzzini, facendo strada. Alcuni operai stanno uscendo. Forse per prendere del materiale dai furgoni parcheggiati nei pressi, oppure - chissà? - per andare in pausa pranzo. Il giro inizia nell’area ristorante «ripristinata in tempi da primato già entro Pasqua». L’arredamento, i pavimenti, l’illuminazione. Tutto nuovo.

Una svolta a sinistra ed ecco il portone in vetro che si apre sul «cuore» del palazzone.

«Uno dei più grandi in Ticino»

Il nostro interlocutore si guarda in giro. «È ancora tutto da pulire, ma i lavori sono fatti». Non sono molte le strutture di queste dimensioni. Questa, probabilmente, è una delle più grandi in Ticino. «Per dare l’idea, stiamo parlando di 2.500 metri quadri di superficie impermeabile sul tetto. Non è poco. L’anno scorso era stato appunto questo il punto debole. Forato dai “proiettili di ghiaccio”, ha poi lasciato entrare l’acqua, con tutti i danni che ne sono conseguiti».

«Più resistente»

La spunterà in un nuovo «attacco» della natura? «Certo che sì. Il manto è nuovo, più spesso e molto più resistente alle intemperie. Abbiamo una serie di elementi sovrapposti che ne aumentano la sicurezza. Ma speriamo di non dover far fronte a un altro evento simile», esclama. La «corsa» alla sistemazione del Palexpo ha coinvolto una quindicina di aziende con decine di maestranze. Un anno di lavoro, in pratica, che grazie anche alla copertura assicurativa ha comportato un aumento della cifra d’affari delle ditte che hanno preso parte alla grande operazione di ripristino.

«Sono soddisfatto del lavoro svolto, lo dico anche a nome del Municipio. L’obiettivo di rispettare tempi e costi è stato raggiunto. Pensavamo di sforare, all’inizio, ma siamo riusciti a trovare dei compromessi grazie anche alla collaborazione degli inquilini e delle ditte, che hanno mostrato pazienza e disponibilità nel trovare insieme a noi delle soluzioni per ottenere un ottimo risultato».

Collaudo finale in vista

L’impianto di climatizzazione, la prossima settimana, sarà messo alla prova e in quella successiva è previsto il collaudo finale. La data ufficiale della consegna è fissata al 26 maggio, anche perché un primo grande evento è già alle porte: un convegno di militari. «Dopodiché, in giugno, ci saranno una serie di interventi minori legati al Locarno Film festival. Regolazioni delle luci, dello schermo, dell’impianto sonoro... in parte già in corso, come la posa dei nuovi tendaggi».

L’ultimo passo consisterà nell’installazione della pavimentazione amovibile «sovrapposta a questo pavimento, che sarà pulito e sistemato», indica il municipale. Anche la cosiddetta «carpenteria metallica», la caratteristica struttura di tubolari bianchi sul soffitto, si rivela impegnativa: «Varie settimane di lavoro per la pulizia, usando uno speciale carrello elevatore». 

Mentre il sole tramonta dietro le montagne, lasciando un bagliore dorato sulle vetrate del nuovo «Palexpo 2.0», le maestranze si avviano verso l’uscita. Il municipale Buzzini, con un sorriso soddisfatto, osserva la scena: «È il frutto di un duro lavoro di squadra. Una sfida che abbiamo raccolto e vinto». Si chiude così un capitolo per la Città, oggi pronta ad accogliere nuovi eventi e a scrivere nuove storie tra le mura del suo «Palexpo 2.0», simbolo di resilienza e innovazione.

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