Sport e violenza

Hooliganismo e dintorni: si litiga (ancora) attorno al biglietto nominale

Dopo l'introduzione del modello «a cascata» deciso il mese scorso, la Conferenza dei direttori cantonali della sicurezza vuole andare a fondo per arginare il fenomeno – Ma c'è chi non ci sta
Giona Carcano
12.04.2024 19:15

L’ultimo grave episodio di violenza nel calcio svizzero risale allo scorso fine settimana. Prima, durante e dopo la partita fra Servette e Zurigo, i tifosi ospiti hanno messo a ferro e fuoco stadio e stazione ferroviaria. Tanto da spingere il club granata a sporgere denuncia contro ignoti per danni alla proprietà. Gli scontri sono scoppiati principalmente quando i supporter zurighesi hanno raggiunto il loro settore: durante le perquisizioni, alcuni esagitati si sono scontrati con il personale di sicurezza e per sedare gli animi è stato necessario un lungo intervento da parte della polizia. Gli hooligans hanno lanciato aste metalliche, sedili, petardi, fuochi d’artificio e pietre contro le forze dell’ordine. Di conseguenza, il settore casalingo del Letzigrund rimarrà chiuso per la prossima partita dello Zurigo contro il San Gallo.

Insomma, il fenomeno dell’hooliganismo continua a creare problemi anche alle nostre latitudini. Tanto che, a metà marzo, i Cantoni avevano dato il via a un progetto volto a introdurre nuove misure in Super League e Challenge League, designate con l’espressione di «modello a cascata». Il modello – criticato dai rappresentanti delle 22 società calcistiche che formano la Swiss Football League – mira a fornire una base comune in tutto il Paese per punire chi causa disordini. Prevede un catalogo di sanzioni a seconda della gravità degli eccessi compiuti e mira soprattutto a reprimere la recidiva. I quattro livelli del modello a cascata, che verrà introdotto la prossima stagione, sono dialogo, maggiore sorveglianza, chiusura di alcune tribune e partita a porte chiuse.

Verrà modificato il Concordato

Questa la prima soluzione proposta per frenare le violenze negli stadi. Una soluzione avanzata dalla politica che però non contemplava il «famoso» biglietto nominale. Ma, nel frattempo, è arrivato un nuovo progetto. Che stavolta prevede, in aggiunta al sistema «a cascata» per contenere i disordini, il biglietto nominale. Oggi, infatti, la Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) ha avviato uno studio che prevede l’inserimento di tale misura. Stando a quanto comunicato dal gremio intercantonale, i biglietti nominali «rappresentano un importante strumento aggiuntivo per il perseguimento dei singoli tifosi». Per l’eventuale introduzione, occorre tuttavia attuare una revisione del Concordato sulle misure contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive, risalente al 2012. La CDDGP ha ora dato mandato di redigere una proposta in tal senso.

Un passo avanti, dunque, nel cercare di contenere il fenomeno dell’hooliganismo. Saranno però le autorità competenti in materia di autorizzazioni a decidere in ultima istanza la possibilità di introdurre il biglietto nominale negli stadi.

La Lega non ci sta

La reazione dei club non si è fatta attendere. Già contraria all’introduzione a cascata, la SFL ha preso posizione tramite un comunicato. «Abbiamo preso atto del mandato della Conferenza atto a formulare una proposta di revisione del Concordato anti-hooligan», spiega la Lega nella nota. «Da parte nostra, riteniamo che i biglietti nominali non costituiscono una soluzione valida alle sfide che ruotano attorno all’organizzazione di una partita di calcio. Questo perché gli episodi di violenza negli stadi sono pochi. Di conseguenza, i biglietti nominali non sono né appropriati né efficaci. Al contrario, questa misura comporta elevati costi tecnici e burocratici, così come lunghi tempi di attesa». La Lega, pur continuando a cercare un dialogo costruttivo con tutti gli attori coinvolti, «prenderà posizione nelle prossime settimane».

A vantaggio della collettività

Ben diversa la posizione della politica. Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni e rappresentante ticinese in seno alla CDDGP. «Nonostante le dichiarazioni di buona volontà, club e Lega hanno tradito la fiducia della Conferenza», rileva. Questo perché «non hanno voluto abbracciare la soluzione delle misure a cascata, tirandosi indietro a cinque minuti a mezzanotte. Non siamo d’accordo. Non si possono mettere in fuorigioco le autorità. Autorità che, ricordo, rappresentano la collettività. Per una manifestazione a rischio e che prevede un disposizivo di sicurezza pagato dai contribuenti, è necessario trovare delle soluzioni. Che passano, anche, dal biglietto nominale».