Territorio

Ecco perché la ciclopista Melide-Paradiso ora costa ben 50 milioni

Il progetto è lievitato di oltre 30 milioni e a queste condizioni rischia di non essere più fattibile – Filippo Lombardi: «È anche la conseguenza dell’aumento delle esigenze cantonali, in parte giustificate, in parte no»
© CdT/Archivio
Nico Nonella
01.05.2024 17:15

Dai 17 milioni, stimati 10 anni or sono, a più di 50. L’ostacolo, finanziariamente parlando, è di quelli difficilmente superabili, soprattutto in un periodo in cui le finanze cantonali e comunali non stanno certamente bene. Un «+35 milioni» alla voce «costi» che rischia di avere un impatto pesante, pesantissimo, sulla pista ciclopedonale tra Melide e Paradiso.

Modifiche costose

Intervenuto martedì mattina ai microfoni della trasmissione Modem della RSI, dedicata alla mobilità ciclabile in generale, il capodicastero Sviluppo territoriale di Lugano e presidente della Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL), Filippo Lombardi, ha suonato un campanello d’allarme: a queste condizioni, il progetto è a rischio. «Non so se riusciremo a convincere i Comuni (Lugano, Melide e Paradiso), la CRTL, il Gran Consiglio e la popolazione a spendere oltre 50 milioni di franchi per un percorso ciclabile di quattro chilometri», ha spiegato Lombardi al Corriere del Ticino. «Questo rincaro – ha aggiunto il municipale luganese – è la conseguenza non solo delle difficoltà oggettive del terreno, ma anche dell’aumento delle esigenze cantonali, in parte tecnicamente giustificate, in parte no».

Particolarmente costose sono due modifiche richieste dal Cantone rispetto al progetto iniziale. La prima: l’allargamento della ciclopista fino a 3,90 metri nella parte di tracciato che si allontana dalla strada cantonale. Stando ai servizi cantonali, in caso di emergenza i mezzi di soccorso dovrebbero così poter circolare sulla ciclopista e incrociare senza difficoltà anche una bicicletta con agganciato un rimorchio. «Allora blocchiamo il sentiero di Gandria, che non è raggiungibile dalle ambulanze. Per non dire di tutti i sentieri di montagna, dove gli escursionisti potrebbero avere dei malori! In altri Cantoni non ci risulta che vengano imposte piste ciclabili così larghe», sottolinea Lombardi.

La seconda: un sottopasso in zona Ferrera, al posto di un passaggio ciclopedonale semaforizzato che attraversa a raso strada. La ciclopista, da Paradiso fino a lì, segue la riva del lago, ma poi deve passare sul lato montagna per raggiungere la rotonda di Melide. Il progetto iniziale elaborato prevedeva appunto un semplice attraversamento semaforizzato della strada. «Una scelta – ha spiegato Lombardi – logica, visto che la strada della forca di San Martino perderà molta importanza con la realizzazione della terza galleria del San Salvatore destinata ad essere la nuova dorsale cantonale. A seconda della variante scelta, un sottopasso potrebbero costare parecchi milioni in più. Il meglio è spesso nemico del bene, la ricerca della perfezione allunga sempre i tempi. In questo caso c’è anche il rischio che l’aumento dell’impatto visivo complessivo diventi a sua volta un pericoloso impedimento, perché ci troviamo in una zona paesaggistica tutelata dall’inventario federale».

Una discussione risolutiva?

Dal canto suo il capoufficio cantonale della mobilità lenta, Tiziano Bonoli, ha affermato sempre a Modem che «le discussioni sono ancora in corso». Ancora Lombardi: «Se il Cantone potesse mettere sul tavolo più soldi sarebbe bello, ma temo che oggi non sia possibile. Quindi bisogna forse accettare di ridimensionare alcune esigenze». Altrimenti il progetto è destinato a rallentare ancora, se non a fermarsi.

«Anch’io spero ancora in una discussione risolutiva con il Cantone, prima di inoltrare a Berna il PAL5 che dovrebbe contemplare anche quest’opera. E sono convinto che l’On. Zali la voglia anche lui. Purtroppo, non è stata riunita prima delle elezioni la DA (Delegazione delle autorità politiche) per un aggiornamento di fine legislatura, ma mi risulta che prossimamente si riunirà la DGP (Direzione tecnica del progetto) e spero che ne escano elementi più rassicuranti di quanto abbiamo sin qui».

Il tracciato della ciclopista coinvolge anche Capo San Martino, dove si auspica il rilancio della vecchia struttura ormai abbandonata da diversi anni. Come noto, il presidente del FC Sion, Christian Constantin, ha firmato un diritto di compera e vorrebbe realizzarvi un resort di lusso, dicendosi pure pronto a contribuire con (forse) 5 milioni al collegamento tra Paradiso e Melide. Del resto, già all’inizio un mecenate sarebbe stato disposto a cofinanziare l’opera, ma abbiamo perso troppi anni e il mecenate è purtroppo deceduto. Anche questa è una conseguenza dei tempi biblici di questo progetto, di cui si parla da 15 anni. «La Città ha comunque incontrato Constantin e il dialogo è stato costruttivo. Per quanto riguarda il resort, ha accolto diverse proposte che gli abbiamo fatto, ma ci vorrà ancora un momento per arrivare all’indispensabile modifica di PR, che presuppone che il progetto stesso comprenda elementi di pubblica utilità. Però la parte di ciclopista targata Constantin coprirebbe forse il tratto tra Paradiso e Capo San Martino, che interessa anche a lui. Da lì in poi, è un’altra storia…».

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