FFS Cargo: nuovi tagli in futuro, anche in Ticino

Il Consiglio di Stato, con in testa il presidente Norman Gobbi, stamane ha ricevuto una delegazione delle Ferrovie federali svizzere (FFS) guidata dall'amministratore delegato Vincent Ducrot. In agenda, citiamo, «diversi temi di attualità», fra cui evidentemente anche la questione FFS Cargo. La cui riorganizzazione – spinta da perdite che, lo scorso anno, hanno toccato quota 76 milioni di franchi – ha destato preoccupazioni tanto fra il personale, considerando le chiusure dei terminal di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio nonché il rischio della chiusura del deposito di Chiasso, quanto fra i vertici politici. A inizio ottobre, ancora, il Comitato contro lo smantellamento era sceso in piazza a Bellinzona mentre da Matteo Pronzini, proprio a nome del Comitato, negli scorsi giorni era arrivato l'invito a sedersi attorno al tavolo per valutare le prossime mosse. «Nessun licenziamento in Ticino? Le informazioni divergono» aveva scritto Pronzini.
Le FFS, è stato comunicato a margine dell'incontro, stanno gradualmente riorganizzando il traffico merci per renderlo redditizio. O, per dirla con Ducrot in conferenza stampa, efficiente. A tal proposito, le Ferrovie hanno ultimato la ricerca di soluzioni per i circa 40 collaboratori e collaboratrici rimasti in bilico in Ticino. A tutto il personale chiamato in causa, leggiamo, è stata proposta «una soluzione conforme al contratto collettivo di lavoro».
Nell’ambito del riassetto del traffico combinato e dell’abolizione dei treni di transito non redditizi, «a maggio 2025 le FFS hanno annunciato una riduzione socialmente sostenibile di circa 65 posti di lavoro in tutta la Svizzera. In Ticino i posti di lavoro interessati erano circa 40. Come comunicato lo scorso 25 agosto, in tale data era già stata trovata una soluzione per due terzi delle persone interessate, con il passaggio alle divisioni Infrastruttura e Traffico viaggiatori delle FFS in Ticino oppure con il pensionamento».
In questi giorni, appunto, «anche il restante terzo delle collaboratrici e dei collaboratori sta ricevendo offerte conformi al contratto collettivo di lavoro, quali un passaggio all’interno delle FFS nel traffico merci o alla divisione Infrastruttura in Ticino, oppure a TILO. Alcune delle persone interessate hanno optato su base volontaria per un trasferimento a tempo determinato in un’altra regione linguistica». Sono state individuate altresì soluzioni al di fuori del contratto collettivo di lavoro.
La riorganizzazione del traffico a carri isolati
Il traffico merci delle FFS, lo sappiamo, sta attraversando una fase di riassetto radicale. «Attualmente, soltanto il traffico a treno completo copre i propri costi, mentre il traffico combinato e il traffico a carri isolati sono in forte perdita. Come già comunicato, per le FFS il prossimo passo sarà quello di riorganizzare il traffico a carri isolati. Tutte le parti coinvolte apportano il proprio contributo: la Confederazione con un sostegno finanziario temporaneo al traffico a carri isolati, la clientela attraverso il pagamento di prezzi in linea con il mercato e le FFS con aumenti dell’efficienza e riduzioni dei costi. Purtroppo il nuovo assetto operativo richiederà un numero minore di posti di lavoro, in tutta la Svizzera e anche in Ticino».
Con il cambiamento d’orario, a dicembre, «verrà introdotto un nuovo modello di produzione, volto a garantire un esercizio del traffico a carri isolati più semplice, efficiente, stabile e redditizio. Il modello di produzione è attualmente in fase di elaborazione di concerto con i clienti. Il nuovo modello e l’adeguamento della rete di trasporto comportano una variazione del fabbisogno di personale e di locomotive. Le FFS devono impiegare il proprio organico dove ci sono merci da trasportare, con la conseguente necessità di operare trasferimenti e una riduzione di organico».
Le FFS, inoltre, opereranno un taglio del numero di depositi per i propri collaboratori e collaboratrici. «Secondo lo stato di pianificazione attuale, vi saranno variazioni sia per il personale di locomotiva delle sedi di Briga, Buchs e Chiasso, sia anche presso le sedi del personale di manovra. Il numero esatto di posti di lavoro interessati verrà chiarito nell’ambito della procedura di consultazione con le parti sociali. Le FFS hanno stipulato un contratto collettivo di lavoro, che anche in questa circostanza si impegnano a rispettare scrupolosamente. Le FFS saranno in grado di fornire informazioni concrete nella primavera del 2026».
La conferenza stampa
«Abbiamo avuto uno scambio con il governo ticinese stamattina» ha esordito Ducrot durante la conferenza stampa a margine dell'incontro, spostando subito l'attenzione sui posti di lavoro. «ll Ticino, sin qui, è stato largamente favorito dalle condizioni di lavoro, con un'occupazione superiore rispetto alla media nazionale». Le perdite annuali, ha spiegato il dirigente, hanno appunto spinto le FFS ad agire. «C'è un prezzo da pagare, sia per la Svizzera sia per il Ticino. Anche, se non soprattutto, a livello di traffico merci. Non abbiamo scelta, dobbiamo riorganizzare anche il traffico a carri isolati. Capiremo, in funzione delle regole del gioco fissate dalla Confederazione e dal mercato, di quante e quali risorse avremo bisogno. Non dipende solo da noi. Comprendo la delusione del Governo ticinese quando parliamo di ridurre posti di lavoro, ma dobbiamo migliorare, anche in Ticino, in termini di efficienza. Il nostro impegno, nel cantone, non cambia: abbiamo e continueremo a investire tanto, ci saranno ancora posti di lavoro». La discussione con il Consiglio di Stato, ha detto Ducrot, è stata franca. E trasparente.
Norman Gobbi, dal canto suo, ha spiegato: «Queste comunicazioni si inseriscono in un momento difficile per il Ticino, le annunciate perdite di lavoratori qualificati a sud del Gottardo non trovano certo l'approvazione del Consiglio di Stato, che esprime la propria contrarietà alla futura riorganizzazione del traffico merci a carri isolati. A mente del Consiglio di Stato, il Ticino si trova penalizzato da scelte aziendali che minimizzano o ignorano il ruolo del Ticino nel sistema ferroviario di trasporto elvetico. Le conseguenze occupazionali e territoriali sono evidenti. Il Governo ticinese chiede tre cose: sospendere ogni ulteriore misura di riduzione del personale in Ticino fino al termine di un confronto con le parti; garantire il mantenimento di una base stabile e qualificata per il traffico merci, con particolare attenzione per Chiasso; valorizzare il Ticino come snodo logistico. Le FFS in quanto impresa pubblica non possono agire solo con logiche aziendali, a scapito della coesione nazionale e del forte legame fra il Ticino e le Ferrovie federali».
Il Consiglio di Stato, ha ribadito Gobbi, «tutelerà gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, ai quali il Governo esprime tutta la propria solidarietà». I posti qualificati «sono sempre oggetto di attenzione politica, anche del Gran Consiglio, che vuole opporsi a questo trend».
