Mendrisio

La Cantina snellisce il nome per non essere più fraintesa

Alla base della decisione motivi di natura commerciale: oltralpe il termine «sociale» è mal interpretato e più volte accostato a un partito politico – Piercarlo Saglini: «Non viene recepito come qualcosa di cooperativistico»
Fu fondata nel 1949 da un piccolo gruppo di viticoltori del Mendrisiotto. © Ti-Press/Davide Agosta
Valentina Coda
24.08.2022 06:00

All’interno del numero 22 di via Giorgio Bernasconi a Mendrisio rimarrà tutto al proprio posto. La barricaia, gli originali tank, i pupitres in legno, le botti, le iconiche cassette arancioni. Si continuerà a lavorare l’uva con cura come da settantatré anni a questa parte, a produrre Merlot e a rimanere un punto di riferimento per l’intero settore del nostro cantone. All’esterno, invece, i cambiamenti ci saranno, saranno visibili e bisognerà farci l’abitudine. Sulla facciata dello stabile non ci sarà più scritto Cantina Sociale Mendrisio, bensì Cantina Mendrisio. La decisione di cambiare – o meglio, snellire – lo storico nome è stata presa dai soci durante l’ultima assemblea ordinaria per motivi di natura prettamente commerciale. Il motivo? In Svizzera interna il termine «sociale» è fraintendibile, mal interpretato e spesso viene accostato a un partito politico. Aspetti, questi, che con il vino hanno poco a che fare.

Accostamenti politici

L’idea di cambiare nome alla cantina è stata dettata da motivi puramente commerciali, dicevamo. I soci, che dopo le discussioni di rito in assemblea hanno votato all’unanimità, hanno deciso di stralciare il termine «sociale» perché «in Svizzera tedesca non viene recepito, come invece accade in Ticino, come qualcosa di cooperativistico – ci spiega il presidente del Consiglio d’amministrazione Piercarlo Saglini –. Ci chiedevano spesso cosa intendessimo con il termine sociale e più volte è stato accostato a un partito politico. E visto che ci stiamo indirizzando anche verso il mercato d’oltralpe la decisione è stata quella di togliere il termine fraintendibile». Saglini tiene a precisare che a livello di significato questa modifica non cambia «assolutamente niente, volevamo già rilanciare la cantina e modernizzarla. Il nome adesso è più snello, il significato rimane comunque accostato alla cooperativa e sarà implicito che si parlerà della cantina sociale».

Traduzioni poco consone

È bene precisare che il nome non è ancora stato cambiato. Ci vorrà del tempo, anche perché bisognerà prima attendere che l’iter per l’iscrizione del nuovo nome al Registro di commercio faccia il suo corso. Per esteso, la nuova denominazione sarà Cantina Mendrisio, Società cooperativa. «Più snello, più momò, di facile comprensione e anche più chiaro dal punto di vista della comunicazione commerciale – prosegue il presidente del Consiglio d’amministrazione –. Anche perché, a ben vedere, cantina in tedesco significa mensa. In Svizzera interna non legava tanto la nostra attività con mensa sociale. Facevamo fatica a portare il nostro messaggio di cantina sociale oltralpe. Il termine cooperativa è più conosciuto e il messaggio è più facile da far passare».

Notti fresche cercansi

Parlando della Cantina Mendrisio non potevamo non toccare il discorso relativo alla vendemmia. La cantina è famosa soprattutto per la realizzazione del suo Ticino DOC Merlot. E pare altamente probabile che quest’anno sarà una «buona annata» nonostante la mancanza di pioggia e la siccità. «Settimana prossima inizieremo a ritirare le uve bianche rimanenti (che sono andate bene) e inizieremo con le uve rosse, ovvero il merlot da vinificare in bianco – rileva Saglini –. La Cantina Mendrisio rimarrà però chiusa, contatteremo i nostri fornitori per avere i quantitativi da vinificare in bianco».

Per i profani, il presidente del Consiglio d’amministrazione spiega che l’uva bianca è andata bene perché non ha bisogno di molte caratteristiche e non deve essere troppo matura, motivo per cui è stata anticipata la raccolta. «Se aspettiamo troppo gli aromi delle uve bianche vengono bruciati – prosegue –. Le uve rosse, invece, sono tutto un altro discorso: con i bianchi ricerchiamo la finezza e la freschezza, con i rossi la struttura perché sono vini che devono durare nel tempo». I dubbi iniziano a sollevarsi quando tocchiamo il discorso delle uve rosse per il vino rosso. «In linea di massima dovrebbero essere raccolte dopo la prima decade di settembre. Stiamo aspettando delle notti fresche perché gli sbalzi di temperatura tra notte e giorno favoriscono la maturazione delle uve rosse, la pianta si stressa, capisce che sta arrivando l’inverno e dà il meglio di se per far maturare l’uva».

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