Giustizia

Rapporti tesi in Tribunale

Sono almeno due le segnalazioni inviate, dall'interno dei corridoi di via Pretorio, al Consiglio della Magistratura – La prima riguarderebbe il presidente Mauro Ermani – La seconda - firmata dallo stesso giudice, da Pagnamenta e Villa - chiama in causa i colleghi Quadri e Verda Chiocchetti
©Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
27.04.2024 06:00

«Pur lavorando i cinque giudici sostanzialmente in maniera autonoma, è indispensabile che all’interno del Tribunale regni un atteggiamento di collaborazione e rispetto reciproco». La frase appena citata è contenuta nel Rendiconto del Consiglio della Magistratura del 2023, pubblicato negli scorsi giorni. Un commento dell’organo di vigilanza che fa riferimento, espressamente, al Tribunale penale cantonale e lascia intuire che i rapporti interni non siano completamente sereni. Nello stesso paragrafo, qualche riga prima di quelle appena citate, emerge però un’altra indicazione – per certi versi – opposta. Si evidenzia infatti  che «la situazione del Tribunale, al di là del peggioramento dei dati statistici, non desta preoccupazione, disponendo la struttura di mezzi a sufficienza per continuare a lavorare senza accumulo di ritardi». Si potrebbe quindi dedurre che i risultati del lavoro svolto vengano considerati più che soddisfacenti ma che, allo stesso tempo, i rapporti tra gli attori  (leggasi i giudici) non siano altrettanto positivi.

Che cosa sta succedendo?

 Ma, allora, cosa sta succendendo nei corridoi  di via Pretorio a Lugano? Stando a nostre informazioni, verificate, al Consiglio della Magistratura sarebbero giunte almeno due segnalazioni. La prima, secondo quanto abbiamo potuto appurare, riguarderebbe il presidente Mauro Ermani. La seconda invece, inoltrata dopo la prima, metterebbe al centro delle attenzioni i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. I mittenti? Stando a quanto abbiamo potuto verificare si tratterebbe del presidente Mauro Ermani e dei colleghi Amos Pagnamenta e Marco Villa. Insomma, si tratterebbe di questioni interne. «Non posso né confermare né smentire» commenta, da noi interpellato nella giornata di ieri, il presidente del Tribunale Penale Cantonale. Questo in virtù del fatto che – aggiunge Mauro Ermani – «abbiamo dei doveri di discrezione». Il giudice Siro Quadri, dal canto suo, ci conferma che «le autorità si stanno occupando di una questione. Sono sereno», chiosa.

Bocche cucite, al momento, per quanto concerne il contenuto dei documenti. Risulta evidente, però, che la seconda segnalazione sia stata fatta dai 3 membri più anziani – da più tempo attivi all’interno del Tribunale – nei confronti dei colleghi nominati più di recente. Resta da comprendere quanto le due segnalazioni siano direttamente collegate: in sostanza se la seconda sia una «reazione» alla prima. Questo lascerebbe presagire, appunto, che i rapporti non siano idilliaci.

Le cifre di attività

Gettando uno sguardo all’attività del Tribunale penale cantonale, dal rapporto del Consiglio della Magistratura emerge come il 2023 sia stato un anno impegnativo. I nuovi incarti aperti sono stati 299 (erano stati 283 nel 2022). I cinque giudici hanno evaso complessivamente 270 procedure (261 nel 2022 e 317 nel 2021), a fronte di una media decennale di 247. Le giacenze, viene spiegato, sono aumentate dalle 154 del 2022 a 183. Le pendenze rappresentano, quindi, il 61% delle entrate e il 67% degli incarti evasi. «Il leggero rialzo delle entrate e il ridimensionamento delle uscite non sono motivo di allarme», precisa nel rapporto il presidente del Consiglio della Magistratura Damiano Stefani. Infatti, «i tempi di evasione degli atti d’accusa sono comunque stati ridotti rispetto al passato e praticamente tutti i giudici sono stati impegnati con processi estremamente laboriosi che hanno richiesto tempi superiori all’ordinario».