L'impresa

Un giovane locarnese alla maratona di Tokyo: «Estenuante ma meravigliosa»

Fosco Antognini racconta la sua esperienza giapponese: «38 mila persone che correvano passando vicino ai grattacieli, indimenticabile»
Mattia Sacchi
13.03.2024 12:35

Uno degli aspetti più affascinanti del Giappone è la capacità di esprimere concetti profondi con una sola parola. Ad esempio «Kaizen» significa «miglioramento continuo», dovuto a piccole evoluzioni positive frutto di lavoro e perseveranza. Ed è quello che ha fatto Fosco Antognini, giovane locarnese che è riuscito a completare la sua prima maratona proprio a Tokyo. Uno degli eventi più importanti per gli appassionati di corsa su strada, che sono accorsi in massa: oltre 38mila partecipanti. Antognini si è classificato 3060.mo, concludendo in 3 ore e 14 minuti: «Al di là del risultato, di cui sono molto soddisfatto, avrò sempre nel cuore questa bellissima esperienza. Correre assieme a così tante persone, passando vicino ai grattacieli di Tokyo, è stato fantastico e penso mi abbia dato quell’entusiasmo necessario per riuscire a completare la corsa».

Un entusiasmo che però ha rischiato di essere controproducente: al 26.mo chilometro infatti è arrivato il cosiddetto muro, con un forte calo di energia. È a quel punto che è stata d’aiuto un’altra parola giapponese: il «Gaman», la dimostrazione della pazienza davanti alle avversità, che vanno accettate con dignità e onore. «Quel momento è stato davvero difficile, ho cercato di concentrarmi sui movimenti e sulla risposta dei miei muscoli, ponendomi piccoli obiettivi. Devo dire che mi ha aiutato tanto anche la presenza della mia ragazza, di mia sorella e del suo compagno, che continuavano a muoversi in metropolitana per raggiungermi e sostenermi».

Fosco è quindi riuscito a superare le fatiche, ma soprattutto il traguardo: «Un momento incredibile, che ha ripagato di tutte le fatiche: lavoro a Zurigo nel settore finanziario, non è stato facile conciliare gli impegni lavorativi con gli allenamenti. Quando ho finito ero davvero esausto, quindi con i miei familiari e un mio amico giapponese siamo andati a goderci un meritato ramen!».

A proposito di cibo, il locarnese è figlio di Arno e Franca Antognini della pasticceria Marnin: le tentazioni durante la preparazione fisica erano dietro l’angolo… «Fortunatamente la maggior parte del tempo sono stato lontano da casa, altrimenti il sacrificio sarebbe stato ancora più difficile! Comunque per quanto sia stato attento all’alimentazione non sono stato integralista verso i carboidrati, che se assunti con criterio sono fondamentali per dare energia al corpo».

Visto il successo dell’esordio, quali sono i prossimi obiettivi? «Non ci ho ancora pensato, ma non nego che le grandi maratone richiamano in me un certo fascino: quelle oltreoceano sono tante, vediamo se sarà il caso di prenotare un altro volo…».