Il commento

Entente cordiale (ma non con Harry)

È più facile per i Gendarmi francesi marciare dentro Buckingham che per il cadetto trovare la via di casa
Antonio Caprarica
10.04.2024 23:30

Lunedì 8 aprile i turisti assiepati lungo la cancellata di Buckingham Palace, per assistere all’abituale cambio della guardia, avranno provato una strana sensazione di spaesamento nel vedere sfilare dentro e fuori il cortile della reggia un distaccamento militare nelle inconfondibili divise della Gendarmeria della Guardia Repubblicana francese. Niente paura, non è il trionfo postumo della Marsigliese, per quanto l’inno nazionale francese sia stato eseguito assieme a quello britannico dalla banda delle Grenadier Guards, i Granatieri di Sua Maestà, che hanno partecipato con una quarantina di Scots Guards alla ridotta parata militare anglo-francese. Brexit o non Brexit, si celebrava il 120 esimo anniversario della Entente Cordiale, l’Intesa Cordiale che nel 1904 mise fine a secoli di inimicizia tra i dirimpettai della Manica per impulso soprattutto dell’antenato di Carlo III, il trisavolo Edoardo VII.

È giusto ricordare un significativo evento storico ma sono memorie che di questi tempi fanno scorrere un brivido per la schiena. Con la Russia già legata alla Francia, la Germania dell’imperatore Guglielmo II (che era cugino primo di re Edoardo) si sentì accerchiata e nel 1914 scatenò la Prima Guerra Mondiale. Inevitabile oggi, con il conflitto che minaccia di allargarsi dall’Ucraina al resto d’Europa, provare una certa ansia di fronte alle parole del Ten. Colonnello James Shaw, organizzatore della parata mista: «È un segno della forza delle relazioni tra i due Paesi. E chi sa quando potremmo aver bisogno uno dell’altro?».

Facendo gli scongiuri, speriamo di non scoprirlo né adesso né mai. Ciò non toglie che l’aria che si respira a Londra toglie l’alone di soldatini di piombo perfino ai granatieri in giubba rossa e colbacco di pelo d’orso (sintetico, per carità) che si esibiscono nel cortile di Buckingham. Il ministro della Difesa Grant Shapps ha appena dichiarato che non viviamo più «in un mondo post-bellico ma in un mondo pre-bellico». E per rendere più chiara l’idea, ha alluso alla possibilità di reintrodurre la leva obbligatoria, sia pure in modo selettivo come già accade in Svezia. Il guaio è che l’assenza dalla scena del Comandante Supremo si fa sentire.

Alla mini parata anglo-francese sotto le finestre del suo studio Carlo non ha potuto essere presente. A rappresentarlo, il fratello Edoardo duca di Edimburgo accompagnato dalla moglie Sophie. Simpatica e cortese coppia con il carisma di un paio di crisantemi. Anche dell’erede al trono non c’era traccia, come del resto anticipato: William resterà accanto a moglie e figli finché i bambini non torneranno a scuola, a metà aprile. Non c’è dubbio che abbia buone e valide ragioni ma questa assenza prolungata non fa nulla per migliorare l’immagine di svogliato travet che gli è valsa il sobriquet di «principe dalle 10 alle 16». Poi stacca come un qualsiasi impiegato e se ne torna a casa. Anzi, a castello.

La riapparizione di Carlo a Pasqua, e le sue numerose strette di mano (ne hanno contate 56), fa ben sperare sull’efficacia della terapia oncologia. Il sovrano sembrava in buona forma, sorridente e rinfrancato. Ma questo non vuol dire che sarà abbandonata la cautela. Per il suo ritorno alla vita pubblica bisognerà aspettare almeno inizio estate, probabilmente la sfilata del Trooping the Colour il 15 giugno. Nel frattempo, la Corte, Londra e l’Inghilterra stanno col fiato sospeso. E sperano che l’Entente Cordiale resti solo materia per gli storici.

Meno male che c’è il gossip sui Sussex ad alleggerire il clima. Vanno, vengono, tornano, restano? Forse non lo sanno nemmeno loro. L’unica cosa certa è che Harry sarà a Londra l’8 maggio per celebrare il decimo anniversario delle sue Olimpiadi per mutilati di guerra, gli Invictus Games. I pettegolezzi di Corte vogliono che William e Catherine per l’occasione abbiano invitato anche Meghan e i bambini, che non hanno ancora mai incontrato i loro cuginetti inglesi. Le stesse voci riferiscono di un secco rifiuto della duchessa americana, che teme l’opinione pubblica britannica.

I soliti bene informati, però, la danno pure fortemente preoccupata dalle difficoltà di mantenere il dispendiosissimo stile di vita delle star hollywoodiane. E pensare che sull’isola erano coccolati e riveriti, in un palazzo con dieci camere da letto accanto al castello di Windsor, tutto a spese dei contribuenti. Ora invece non possono contare nemmeno sulla scorta della polizia. Perciò Harry ha portato in tribunale Scotland Yard ma ha appena perso la causa. È più facile per i Gendarmi francesi marciare dentro Buckingham che per il cadetto trovare la via di casa…