Il commento

La Conferenza e il Forum: anatomia della pace

Il successo non è garantito, ma qual è l’alternativa? Non fare nulla e rimanere seduti nei nostri uffici in attesa di un miracolo oppure affidandoci ad altri?
Ignazio Cassis
11.04.2024 06:00

Decidendo di organizzare una conferenza di alto livello sulla pace in Ucraina, il prossimo giugno sul Bürgenstock, il Consiglio federale si assume le sue responsabilità: se abbiamo un’opportunità di contribuire a una pace globale, giusta e duratura sul continente europeo, dobbiamo coglierla nello spirito della nostra lunga tradizione diplomatica. Il successo non è garantito. Ma qual è l’alternativa? Non fare nulla e rimanere seduti nei nostri uffici in attesa di un miracolo oppure affidandoci ad altri?

Questa non può essere un’opzione. La pace, infatti, è un’aspirazione fondamentale di ogni essere umano. Un ideale che, sebbene onnipresente nei media e nella politica, è troppo spesso ridotto a mera astrazione, ben lungi dall’essere concretizzato nel mondo reale. È chiaro che non esiste una formula magica per instaurare la pace e garantire così la dignità umana. Tuttavia, questo vuoto non deve essere interpretato come una scusa per non agire, bensì piuttosto come un richiamo alla responsabilità, in particolare per quelle nazioni che, come la nostra, sono privilegiate in virtù della loro posizione sullo scacchiere mondiale.

È per questo motivo che abbiamo collocato il tema della pace al centro della terza edizione dell’International Cooperation Forum (IC Forum), che si tiene a Basilea l’11 e il 12 aprile. L’IC Forum, organizzato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), vuole essere una piattaforma di riferimento per la cooperazione internazionale. Una piattaforma che riunisce attori della politica, dell’economia, della ricerca, della filantropia e della società civile per esplorare nuove strade che consentano di compiere progressi concreti e duraturi. Che si tratti di cambiamento climatico (prima edizione 2022), di istruzione (seconda edizione 2023) o di pace (terza edizione 2024), l’IC Forum incoraggia il dialogo critico e la ricerca di soluzioni basate sulla fiducia.

Una delle particolarità del nostro Forum è che è accessibile a tutti, dagli addetti ai lavori al grande pubblico, passando per i giovani. Offre uno spazio in cui ogni voce può essere ascoltata e ogni prospettiva condivisa, sempre con rispetto. All’evento di quest’anno parteciperanno personalità come la presidente della Confederazione Viola Amherd e la presidente dell’Etiopia Zwede Sahle-Work.

Affronteremo il tema della pace dalle tre prospettive della cooperazione internazionale: 1) l’aiuto umanitario, 2) l’aiuto allo sviluppo e 3) la ricostruzione della pace, tre pilastri in cui la Svizzera vanta solide competenze. Nelle zone di guerra, l’aiuto umanitario mira a limitare le conseguenze drammatiche dei combattimenti. Nelle regioni instabili, l’aiuto allo sviluppo consente di rafforzare la resilienza per evitare lo scoppio di un conflitto latente. E quando le armi tacciono, lavoriamo per ricostruire una pace duratura.

È dalla ricchezza degli scambi che dipende la forza delle idee. Per questo diamo voce anche alle nuove generazioni che costruiscono il futuro, alle aziende svizzere che mettono le nuove tecnologie al servizio della pace e alla diplomazia che promuove il dialogo come antidoto alla violenza. Insieme a un gruppo di giovani tra i 17 e i 24 anni provenienti da tutta la Svizzera, presenteremo il primo Manifesto di Basilea per la pace futura. Inoltre avrò il piacere di consegnare il primo IC Award ai tre migliori progetti presentati dalle aziende.

Che sia a Basilea o il prossimo giugno sul Bürgenstock: incontrarsi, ascoltarsi e imparare gli uni dagli altri, sono tutti presupposti fondamentali nel cammino verso la pace.