Il commento

Resilienza economica superiore alle attese

I problemi ci sono, ma ci sono anche i movimenti delle economie, che formano trincee di difesa
Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
13.04.2024 06:00

L’economia mondiale sta mostrando nel suo complesso una tenuta, per alcuni aspetti anche superiore alle attese. La resilienza registrata dalla gran parte delle singole economie assume un significato particolare se si considera l’intensità delle tensioni geopolitiche e gli ostacoli da queste posti. Le analisi catastrofiste stanno quindi trovando nuove smentite. I problemi ci sono, ma ci sono anche, e non poco, i movimenti delle economie, che formano trincee di difesa. All’inizio dell’anno scorso una parte rilevante delle analisi dava per molto probabili, se non per certi, una recessione internazionale, il persistere dell’inflazione a livelli elevati, la prospettiva di tassi alti per un lungo periodo, forti cadute delle Borse e, non da ultimo, un marcato aumento della disoccupazione. A poco più di un anno di distanza i fatti stanno mostrando uno scenario che è ben diverso da quello tutto cupo delineato dai pessimisti a oltranza. E che sta dando ragione a quanti hanno cercato di fare analisi più equilibrate.

Secondo il Fondo monetario internazionale, la crescita economica mondiale è stata del 3,1% nel 2023, dopo il 3,5% del 2022. Rallentamento quindi, non recessione. Lo stesso FMI lo scorso gennaio ha indicato una crescita ancora del 3,1% nel 2024 e in questi giorni sta inoltre parlando di un possibile miglioramento delle previsioni. Il calo dei rincari è un fatto, nell’insieme delle economie avanzate l’inflazione media annua nel 2023 per l’FMI è stata del 4,6%, contro il 7,3% del 2022; per il 2024 la previsione sin qui è 2,6%. Dopo le raffiche di rialzi dei tassi in funzione anti inflazione, le maggiori banche centrali si sono fermate e stanno ora cercando i tempi e i modi per iniziare a ridurre il costo del denaro. Sinora tra gli istituti centrali principali solo la Banca nazionale svizzera ha cominciato a tagliare i tassi, grazie alla migliore situazione elvetica. Ma la prospettiva di riduzione è in sostanza fissata anche per altre banche centrali.

Prima lo stallo e poi la prospettiva di tagli ai tassi hanno contribuito al buon andamento delle Borse, spinte anche dalla tenuta delle economie e degli utili aziendali. L’indice borsistico mondiale Msci Acwi in dollari è ora in progresso di circa il 20% rispetto ad un anno fa. Quanto alla disoccupazione, in alcune aree è leggermente aumentata, ma siamo ben lontani dalle forti cadute dei mercati del lavoro delineate dai pessimisti. Alcuni esempi. Negli Stati Uniti la disoccupazione era al 3,8% nel marzo di quest’anno, contro il 3,5% del marzo 2023. Nell’Eurozona la percentuale di senza lavoro era al 6,5% nel febbraio di quest’anno, contro il 6,6% nel febbraio del 2023. In Svizzera (dati SECO) era al 2,4% nel marzo di quest’anno, contro il 2% di dodici mesi prima. Nei casi della Svizzera e dell’Eurozona siamo sotto i livelli del dicembre 2019, cioè pre pandemia, nel caso degli Stati Uniti siamo poco sopra. La tenuta di molti mercati del lavoro dal 2021 ad oggi è un fatto di rilievo, che non è stato ancora interamente analizzato.

Ci sono alcune difficoltà per il ritmo della crescita, per i livelli dei prezzi, in alcuni segmenti anche per il lavoro. Attenzione però, guardiamo anche alle resilienze, che pure non mancano e che servono per il presente e sono al tempo stesso la base per le riprese del futuro. Al netto del fardello della geopolitica, il quadro economico nel complesso regge. Si può dire che comunque le tensioni geopolitiche e le guerre sono realtà che hanno riflessi negativi anche in campo economico. Ciò è vero ed è dunque anche vero che senza questo fardello la crescita mondiale di suo potrebbe essere ancor migliore. Occorre comunque saper riconoscere appunto il grado di buona tenuta di molte economie, che assume un valore ancor più ampio proprio in un contesto come l’attuale.