Salute

Gli «astronauti» della longevità

Filippo e Sonja Ongaro hanno scoperto... nello spazio la loro ricetta per invecchiare bene
Filippo e Sonja Ongaro nel loro ufficio © CdT/Gabriele Putzu
Marco Ortelli
21.01.2024 06:00

«O ci rimbocchiamo le maniche e facciamo qualcosa di diverso, o si rischia veramente che una massa enorme di persone arrivi sì a invecchiare, ma male». Filippo Ongaro, di formazione medico, fondatore nel 2017 con la moglie Sonja dell’azienda Metodo Ongaro Switzerland con sede ad Agno, inquadra così la situazione ‘evolutiva’ della popolazione nel mondo occidentale. E prosegue: «Il messaggio che intendiamo promuovere non è pertanto la salute a tutti i costi – vediamo la salute come un mezzo, non come un fine - ma una vita bella vissuta il più a lungo possibile». Una visione che non disdegna i piaceri della vita, maturata negli anni seguendo una traiettoria che dal… cielo ha portato Filippo e Sonja Ongaro a occuparsi di problemi... terre-à-terre.

Longevità e stile di vita: dal cielo alla terra

Per raggiungere l’azienda di Filippo e Sonja Ongaro occorre varcare una porta sulla quale una targhetta riporta la scritta Lifestyle & Longevity Coaching. Quasi un apoftegma, come quello inciso sul portone del tempio di Apollo in Delfi che esortava le persone a conoscere sé stesse, la propria condizione e limitatezza umana. Conoscere, conoscersi per vivere meglio è anche il motore dei due ideatori del Metodo Ongaro. «Crediamo sia prioritario rendere consapevoli le persone degli strumenti a disposizione per operare scelte più intelligenti inerenti alla propria salute - osservano medico, psicologa e coach -. Per farlo occorre scardinare alcuni luoghi comuni, come quello che ti fa pensare che se non hai niente vuol dire che sei sano. Per raccogliere la sfida di una vita lunga e di qualità è necessario allora giocare d’anticipo, già a 30-40 anni, quando si pensa a tutto fuorché alla salute».

A occuparsi di salute e benessere, propria e altrui, Filippo e Sonja Ongaro hanno iniziato da giovani, seguendo una formazione accademica nel campo della medicina, lui, e della psicologia, lei. Il ‘caso’ ha poi voluto che le loro vite si incontrassero all’Agenzia Spaziale Europea ESA all’inizio degli anni 2000, quando con un lavoro di squadra hanno focalizzato l’attività sul cosiddetto «programma di contromisure» - spiega il medico -, «quell’insieme di azioni sull’attività fisica, sull’alimentazione e sulla componente psicologica di gestione dello stress che permettono il mantenimento della salute degli astronauti in orbita e il loro recupero una volta rientrati sulla terra. Questo per contrastare il fenomeno di invecchiamento accelerato che subiscono gli astronauti soprattutto a livello muscolare e osseo. Si era così rilevato che un programma di allenamento analogo a quelli svolti in palestra (una palestra allestita in orbita con gli adattamenti richiesti dall’assenza di peso, ndr), una certa cura dell’alimentazione e la gestione dello stress contrastavano la perdita di muscolo e di tessuto osseo». Da qui l’osservazione che ha funto da motore della tappa successiva della loro vita professionale. «Se preparazione fisica, nutrizione e gestione dello stress funzionano per persone in condizioni estreme, a maggior ragione questi tre aspetti varranno a terra, dove il fenomeno dell’invecchiamento è meno intenso e diluito nel tempo».

Conclusa l’esperienza all’ESA, Filippo e Sonja Ongaro fondano a Treviso e gestiscono per 10 anni, il primo centro di medicina preventiva e anti-aging sorto in Italia, dove progressivamente aggiungono ulteriori pensieri, osservazioni, riflessioni per quella che sarebbe poi diventata l’attuale attività di coaching. «Ci siamo accorti che solo la metà di coloro che seguivano le prescrizioni del nostro programma riusciva a perseguirlo a lungo termine, l’altra metà si perdeva già dopo una settimana. Abbiamo compreso che vi erano molte altre variabili da considerare, motivazionale, legata all’identità, alla sfera emotiva, a tutte quelle scelte sbagliate che le persone fanno per compensare stati emotivi negativi. Un esempio: bevo, ma non perché penso che l’alcol mi faccia bene, ma perché sono triste. Mangio molto perché sono frustrato, mi sprofondo sul divano a guardare la TV perché sono annoiato. Ci siamo resi conto che non era sufficiente prescrivere azioni alle persone, ma che era necessario accompagnarle e muoverle al cambiamento». Nel 2017 Filippo e Sonja decidono di… cambiare, di focalizzarsi sul coaching. Si trasferiscono in Svizzera, in Ticino, dove implementano il Metodo Ongaro.

Questione di... metodo

All’inizio c’è uno shock. Immaginiamo che un mattino uno specchio sincero ci rimandi ad esempio l’immagine di noi con un ventre formato pallone medicinale. Spavento. Basta, è il momento di ritrovare una forma migliore! esclamiamo. Come? Ci viene in soccorso anche il tutorial di Filippo Ongaro Vuoi stare meglio? Inizia così visibile sulla piattaforma YouTube. «Lo shock è un momento sacro da saper sfruttare», spiega il coach. «Non si può motivare qualcuno al cambiamento finché non si rende conto egli stesso che è arrivato il momento di cambiare». Da qui la regola fondamentale: «Passare immediatamente all’azione». Sembra facile, invece la mente è formidabile nel costruire ostacoli al cambiamento. «Mangio male? Comincio a costruirmi un piano ideale, leggo libri, mi informo sul significato dell’alimentazione». Sto già procrastinando. «Invece di stare pensare al piano ideale, impara ad ascoltarti e trova l’azione più prossimale che puoi praticare immediatamente. L’azione precede la programmazione». Alcuni esempi. «Mi rendo conto di stare mangiando male? Posso aumentare le dosi di verdura, sostituire i cereali raffinati con quelli integrali. Un’azione microscopica. Sono sedentario? Posso cominciare a cercare una palestra, un allenatore... Oppure, iniziare a fare stretching 5 minuti ogni mattina, camminare 15 minuti ogni giorno...». Essenziale: «Riuscire a creare un’abitudine al cambiamento, perché il problema principale è l’avviamento al mutamento dello stile di vita». Per ‘mettere in moto il motore’, il Metodo Ongaro si avvale anche di un approccio strategico mutuato da Paul Watzlawick, John Weakland e Giorgio Nardone, fondatori a Palo Alto a metà degli anni Ottanta della Terapia strategica breve. «Un approccio contro intuitivo, paradossale, basato sull’utilizzo di domande e dialogo che può indurre le persone a fare uno scatto pazzesco e a scappare da un comportamento. Non facciamo nulla di terapeutico, non ci rivolgiamo a persone con problematiche psicopatologiche, cerchiamo di avviare il cambiamento di uno stile di vita». Verso il miglioramento.

Nutrizione e nutraceutica

Cosa farò da grande? Non sappiamo se le bambine e i bambini oggi ancora rispondano «l’astronauta», sappiamo che Filippo Ongaro da grande ha risposto anche «il nutraceuta» (parola inventata), avendo ideato e creato una linea innovativa di nutraceutici. Una definizione ricavata dal sito metodo-ongaro.com: «Il termine nutraceutico fonde, unisce e integra due dimensioni della terapia medica: la nutrizione e la farmacologia e definisce un nutriente che viene usato per prevenire le malattie». La nutrizione rimane la base. «La nutraceutica può essere un valore aggiunto, un supporto all’alimentazione quotidiana». Alcuni esempi di effetti benefici. «Con gli anni la quantità di cartilagine protettiva presente nelle nostre articolazioni diminuisce e nutraceutici come la condroitina, la glucosamina e il metilsulfonilmetano (MSM) contribuiscono proprio al rafforzamento della cartilagine. Ma per riparare le articolazioni è necessaria energia che deve essere messa a disposizione della cellula». Allora. «I mitocondri sono le centrali energetiche del corpo ma per funzionare al meglio hanno bisogno di molti nutrienti tra cui il coenzima Q10 che ha anche un’azione antiossidante. E ridurre lo stress ossidativo è un altro modo per proteggere le articolazioni. Oltre al coenzima Q10 sono utili per questo l’acido alfa lipoico e la vitamina C». Allora, vuoi stare meglio? Cura fisico, nutrizione e stress. Con metodo.

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