Ambiente

Se il cambiamento climatico sta intensificando gli uragani

Due scienziati propongono di rivedere la scala Saffir-Simpson, inserendo una sesta categoria dedicata a tempeste che potrebbero raggiungere o addirittura superare venti di 320 km/h
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Red. Online
15.02.2024 11:30

Dai ghiacciai che si sciolgono, all'aumento delle temperature. Gli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, è risaputo, sono molteplici. L'ultimo di una lunga lista, avvertono gli scienziati, riguarda però gli uragani. Uragani che, osservando i dati, stanno diventando molto più intensi, proprio a causa del riscaldamento climatico. Una situazione preoccupante, che potrebbe portare a una revisione della scala con cui vengono misurati questi fenomeni. In particolare, gli esperti temono che, nei prossimi anni, potrebbe rendersi necessaria la creazione di una nuova categoria di intensità, di livello 6, modificando la scala Saffir-Simpson. Quest'ultima, venne definita nel 1969 dai due scienziati di cui porta il nome, ed è caratterizzata per i suoi (soli) cinque gradi intensità: 1 (minima), 2 (moderata), 3 (forte), 4 (fortissimo) e 5 (disastroso). Quest'ultima descrive un uragano o un ciclone che causa danni «gravissimi» agli edifici, che talvolta possono essere anche abbattuti, completa distruzione di tutte le strutture mobili, abbattimento di alberi e di insegne e cartelli stradali. Per non parlare delle inondazioni, abbondanti nelle zone costiere, che in casi come questo richiederebbero l'evacuazione degli abitanti fino 16 chilometri nell'entroterra. 

Spaventoso, dunque, immaginare che cosa possa arrivare dopo la categoria «disastrosa». Basti pensare che quando negli anni '70 la scala Saffir-Simpson venne implementata, in un primo momento il livello 5 veniva descritto come «l'oblio». La fine del mondo, quasi. E ora, i rischi di trovarsi di fronti a disastri ambientali di questo tipo sta diventando realtà. 

Venti fino a 320 km/h

Come sottolineano Michael Wehner e James Kossin, gli scienziati che hanno avanzato la proposta di modificare la scala, il cambiamento climatico sta rendendo più forti le tempeste tropicali considerate già intense. Introducendo una ipotetica «categoria 6», quindi, si riuscirebbe ad aumentare la consapevolezza delle persone riguardo al cambiamento climatico e dei rischi che comporta.

Nello specifico, un uragano di «categoria 6» sarebbe caratterizzato da venti di almeno 300 km/h con picchi di 320 km/h (contro i circa 250 che si registrano con quelli di categoria 5). Un'intensità che, gli esperti, sostengono sia stata raggiunta e superata da cinque tempeste nel 2013, abbattutesi tutte sul Pacifico (due nelle Filippine), con venti che, nel caso più estremo, hanno raggiunto i 308 km/h. 

Alcuni ricercatori, tuttavia, sostengono che inserire una nuova categoria, diversamente da quanto affermano Wehner e Kossin, potrebbe dare un'idea sbagliato ai cittadini, dal momento che si baserrebbe sulla velocità del vento e non sull'acqua, considerata l'elemento più letale durante un uragano. 

Più aria calda = più energia

Ma, scientificamente parlando, qual è la ragione per cui il cambiamento climatico sta intensificando gli uragani? Tutto ha a che fare con l'aria calda, che trattenendo più umidità trattiene anche più calore. Il che significa anche più energia, di cui le tempeste, spiega il Washington Post, possono nutrirsi per poi scatenarsi. 

E non è tutto. Secondo Wehner, l'aumento delle temperature potrebbe anche modificare il numero di giorni in cui si presentano le condizioni per la formazione di tempeste di categoria 6 nel Golfo del Messico. Dai dieci attuali, si passerebbe addirittura a 30 giorni di rischio qualora le temperature dovessero superare di 3 gradi quelle dei livelli preindustriali. Rendendo, va da sé, questi uragani più frequenti anche nell'Atlantico e non solo nel Pacifico. 

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