La storia

Quarant’anni ad acchiappare i fantasmi

Usciva nel 1984 il primo film dei Ghostbusters, ora al cinema con il quinto capitolo delle loro avventure
Max Borg
11.04.2024 06:00

Chi chiamerai? È la domanda a cui i cinefili istintivamente rispondono «Ghostbusters!» dal 1984, quando esordì nei cinema il gruppo di simpatici ma a volte impacciati investigatori del paranormale creati da Dan Aykroyd e Harold Ramis, che erano anche gli interpreti di Ray Stantz ed Egon Spengler al fianco di Bill Murray (Peter Venkman) ed Ernie Hudson (Winston Zeddemore, un ruolo inizialmente previsto per Eddie Murphy).

Un successo fenomenale, grazie alla sintonia tra i quattro protagonisti – con l’aggiunta di Sigourney Weaver e Rick Moranis – e le loro improvvisazioni sotto la direzione del regista Ivan Reitman. E come vuole la logica del mercato, da allora i personaggi non ci hanno mai veramente lasciati, a cominciare dalla serie animata The Real Ghostbusters del 1986 che fece aumentare esponenzialmente la popolarità del quartetto (inferiore il successo del seguito Extreme Ghostbusters, del 1997, dove un Egon più anziano addestra la nuova generazione di acchiappafantasmi). Nel 1989 ci fu Ghostbusters II, che lasciò un po’ l’amaro in bocca a tutti i partecipanti, al punto che per un eventuale terzo episodio fu istituita una clausola contrattuale che prevedeva l’approvazione unanime di quattro persone: Reitman, Aykroyd, Ramis e Murray, con quest’ultimo costantemente opposto alle varie idee proposte negli anni (tra cui un ipotetico passaggio del testimone a un nuovo gruppo più giovane, con l’idea di reclutare attori come Seth Rogen e Jonah Hill). Nel 2016 ci ha provato Paul Feig a riavviare il tutto con un remake che rilegge l’idea produttiva di base – un quartetto di interpreti comici provenienti per lo più dal varietà americano «Saturday Night Live» – in ottica femminile, scatenando l’ira dei fan più tradizionalisti. Un flop, anche per i costi decisamente esagerati per quella che doveva essere una semplice commedia e di conseguenza si è tornati all’universo originale con un racconto di eredità, davanti e dietro la macchina da presa: la trama del quarto film, uscito nel 2021, è incentrata sulla famiglia di Egon, che muore nella prima scena (poiché Ramis è scomparso nella realtà anni addietro) e la regia è stata affidata a Jason Reitman, figlio di Ivan (tornato come produttore prima di morire nella primavera del 2022).

Un approccio più malinconico, dettato dal passare del tempo, ma sempre in vista di un ritorno della risata e del mitico motivetto musicale firmato da Ray Parker Jr., che per il testo si ispirò a una scena del primo film dove Ray, Egon e Venkman pubblicizzano le loro attività in televisione. E da allora non abbiamo mai smesso di chiamarli.

Due generazioni fianco a fianco

Dopo il ritorno alle origini con Ghostbusters: Legacy nel 2021, la squadra è di nuovo in azione con due generazioni fianco a fianco: i veterani del 1984 e la nuova famiglia capitanata dalla figlia del compianto Egon Spengler. Continua il tentativo di espandere il mondo degli acchiappafantasmi al di là degli eventi del primo film, e laddove tre anni fa c’era il desiderio sincero di omaggiare il co-creatore Harold Ramis, venuto a mancare nel 2014, questo quinto episodio trasuda cinismo commerciale, dettato dal desiderio di portare avanti il franchise a tutti i costi. E questa volta non è solo Bill Murray a sembrare svogliato.