Papadopoulos, il Lugano e la capacità di rilanciarsi

D’improvviso, Mattia Croci-Torti cambia lingua. E dall’italiano passa al tedesco. Il tecnico del Lugano si sta esprimendo su Antonios Papadopoulos, pilastro difensivo di una squadra che nelle ultime settimane ha ritrovato una certa solidità. E ciò al netto delle distrazioni individuali che domenica hanno permesso al Servette di conquistare i 3 punti allo Stade de Genève. «Parliamo di un giocatore che dispone di una grande forza interiore, grazie alla quale, puntualmente, riesce a reagire in modo costruttivo alle critiche del sottoscritto. Ha ancora importanti margini di miglioramento, ma come club siamo particolarmente felici della sua voglia di trascinare gli altri. Così come della solidarietà che non fa mai mancare ai compagni di reparto».
Nella pancia di Cornaredo, il Crus parla un po’ ai giornalisti che si trova di fronte, e un po’ al diretto interessato, seduto al suo fianco a poche ore dal match casalingo contro il Lucerna. E nel sottolineare, per l’appunto, il ruolo di trascinatore assunto pienamente dal «Papa», l’allenatore dei bianconeri sembra quasi voler trasmettere un messaggio - per interposta persona - al resto del suo gruppo.
Impossibile non notarlo
Lo scivolone di Ginevra, d’altronde, ha irritato - e non poco - chi siede in panchina. «Non mi è passata ancora del tutto, dobbiamo fare il mea culpa per non aver incamerato almeno un punto» ribadisce Croci-Torti. Il tecnico ticinese, va da sé, non punta il dito contro Hicham Mahou, fatalmente rinunciatario in occasione dell’azione che ha deciso il match a favore dei granata. E però, suggerivamo, prende spunto dall’attitudine di Papadopoulos per invitare i suoi uomini a fare quel passo in più spesso decisivo, senza mai privarsi dell’ardore. Il concatenarsi di eventi da cui è scaturito il 2-1 del Servette, indica ad ogni modo il Crus, è stato sviscerato a fondo insieme al principale colpevole bianconero. «A questi livelli l’analisi video è cruciale, purché sia finalizzata a una presa di coscienza positiva e non alla critica gratuita». Anche con Papadopoulos, precisa quindi il mister bianconero, è stato necessario radiografare prestazioni e comportamenti in campo. «Abbiamo lavorato molto insieme davanti allo schermo. A volte tatticamente non è impeccabile, ma Antonios è cresciuto molto negli ultimi mesi anche sotto questo aspetto». Il temperamento, quello, è per contro stato chiaro sin da subito. «Da quando è arrivato a Lugano - sottolinea Croci-Torti - Papadopoulos ha sicuramente dato nuovi impulsi alla squadra. Con il suo entusiasmo, la sua leadership e la sua esuberanza». Già. E non farci caso, osservando le gesta del 26.enne greco sul rettangolo verde, è praticamente impossibile. «Perché esulto come un matto dopo un tackle riuscito? Beh, sono un tipo emozionale e, da difensore, un intervento che impedisce all’avversario di segnare o rendersi pericoloso equivale a una rete segnata» indica il «Papa».
Eppure voleva andarsene
No, non ci siamo dimenticati delle voci di mercato che la scorsa estate hanno investito pure l’ex Borussia Dortmund. Papadopoulos, evidentemente, non conferma né smentisce le trattative avute con il Legia Varsavia. Così come dribbla l’interrogativo sulla scelta di affidarsi a una nuova agenzia dopo che il precedente entourage aveva caldeggiato e tuttavia fallito il trasferimento in Polonia. «Capisco che si sia discusso del mio futuro, ma sono il tipo che fintanto che è sotto contratto con un club dà il 100%. E da giocatore del Lugano continuerò a farlo, restando focalizzato sui nostri obiettivi».
La priorità, in questo senso, fa rima con Lucerna. E se possibile con un’immediata operazione rilancio. «La partita con il Servette, e mi ripeto, è stata rovinata dall’assenza di concentrazione in un paio di circostanze, per il resto siamo stati solidi» riprende il Crus. «È in fase offensiva, piuttosto, che dobbiamo aumentare i giri». Okay. Ma il Lugano dispone delle risorse necessarie per riuscirci? «Le qualità ci sono, purtroppo fatichiamo a farle vedere» ammette l’allenatore momò. Per poi insistere: «Occorre più coraggio e lucidità nei momenti decisivi del match. Ed è una questione mentale. Perciò contro il Lucerna mi aspetto una partita di personalità e, sì, soprattutto qualità». Anche perché davanti mica ci si ferma, a immagine di un Thun che da martedì sera è addirittura in fuga. Croci-Torti non si scompone: «La squadra di Lustrinelli merita solo complimenti. Ma non sono preoccupato dei punti e dei gol realizzati che ci separano dai bernesi. Penso ai miei uomini. E alla fiducia che devono subito ritrovare per tornare a essere efficaci in fase realizzativa».


