Basket

La SAM Massagno ha il dente avvelenato

Questa sera a Friburgo inizia la finale contro l'Olympic - Marko Mladjan è stato stato squalificato tre turni, ma coach Gubitosa non ci sta: «Nessuna prova delle offese agli arbitri»
© Keystone/Elia Bianchi
Fernando Lavezzo
27.04.2024 06:00

Ancora in finale. Ancora contro il Friburgo. La SAM Massagno aspettava questo momento dal 13 giugno dell’anno scorso, quando perse il titolo con l’Olympic a gara-4, in un clima avvelenato. Nella precedente e controversa gara-3, coach Robbi Gubitosa venne espulso da Sébastien Clivaz, rimediando otto turni di squalifica. Due settimane più tardi, per ragioni diverse, la federazione interruppe i rapporti di lavoro con lo stesso arbitro.

Dieci mesi e mezzo dopo, avremmo voluto scrivere solo di basket giocato. Di una appassionante finale tra le migliori squadre del campionato. E invece no. L’atmosfera in cui stasera alla St. Léonard (ore 17.30) inizierà la finale 2024, assomiglia a quella in cui le due squadre si erano lasciate nella primavera del 2023. L’Olympic non c’entra. La SAM e i suoi rapporti con gli arbitri sì. I biancorossi dovranno fare a meno del loro capitano Marko Mladjan, squalificato per tre giornate in seguito all’espulsione rimediata martedì scorso a Neuchâtel, in gara-4 della semifinale. Offese ai direttori di gara, recita il referto. La SAM ha inoltrato ricorso, ma oggi il minore dei fratelli Mladjan non ci sarà (l’espulsione porta automaticamente a un turno di squalifica). In casa Spinelli si spera in un passo indietro della camera disciplinare o almeno nell’effetto sospensivo per gara-2 di martedì, sempre in Romandia. Una decisione è attesa per lunedì.

La versione di Robbi

Di certo non è così che Gubitosa immaginava di tornare in finale per prendersi la rivincita. «Purtroppo, siamo di nuovo qui a parlare di infortuni (Williams nel 2023, Solcà oggi, NdR.) e di squalifiche. Ancora una volta, non potremo battagliare tutti insieme per l’obiettivo più importante». Inoltrando ricorso, il club massagnese ha esposto la sua versione dei fatti: «Non ci sono prove che Marko abbia rivolto all’arbitro Novakovic le parole che lui sostiene di aver udito», ci spiega Gubitosa. «Io ero vicino e non le ho sentite. La squadra nemmeno. Nel filmato, inoltre, si vede benissimo che il nostro capitano non inveisce contro l’arbitro. Dopo aver commesso il quinto fallo, Marko appoggia la palla a terra e lascia tranquillamente il campo. Novakovic lo richiama, si dicono qualcosa, poi il mio giocatore va a dare il cinque ai suoi compagni in panchina e si siede sereno. A quel punto, diversi secondi dopo aver parlato con Marko, l’arbitro lo caccia. Prima segnala un fallo tecnico, poi fa il gesto dell’espulsione. C’è stata un po’ di confusione».

La viglia di gara-1 è stata difficile per la SAM: «Oltre al dispiacere di non avere Marko, abbiamo dovuto investire del tempo per parlare con gli avvocati e presentare il ricorso. Tutto questo toglie energie e concentrazione dalla preparazione della partita».

Osservati speciali

Non sempre Marko Mladjan riesce a controllare le emozioni e a mordersi la lingua. Secondo Gubitosa, però, lui e suo fratello Dusan sono ormai diventati degli osservati speciali: «Gli è stata appiccicata addosso un’etichetta che li penalizza. Sembra che gli si voglia dare contro in ogni caso, anche quando sono tranquilli. Io dico sempre ai miei ragazzi di lasciar correre, di non discutere, ma in una partita ci sono le emozioni, le frustrazioni. Tutti - allenatori, giocatori, arbitri - dovrebbero capirlo. Dopo un fallo, è normale che possa esserci un reclamazione. È così in tutti gli sport. Invece di sorvolare, sembra che qui si voglia esasperare ogni situazione. Secondo me, non si possono infliggere tre giornate di squalifica così. Mi auguro che la commissione disciplinare approfondisca il caso, che guardi il video e non si fermi al referto. Perché a volte posso sbagliare io, a volte può sbagliare Marko, ma a volte possono sbagliare pure gli arbitri».

Comunque combattivi

In ogni caso, questa sera Marko Mladjan non ci sarà: «Ci mancherà, è uno dei giocatori più importanti della squadra, un realizzatore. Nelle ultime partite era tornato il vero Marko, sia in attacco, sia in difesa. Detto questo, non dobbiamo buttare via una finale perché lui non c’è. Anzi, dobbiamo trovare e dare quel qualcosa in più per il nostro capitano».

A livello tattico, è verosimile che Clanton e Ballard passeranno più tempo insieme sul parquet: «Sicuramente sì, ma ci manca comunque una rotazione importantissima nella posizione 4-5. Sarà dura, ma adotteremo degli accorgimenti. Friburgo cercherà di puntare su velocità e intensità. Se li lasceremo correre, ci ammazzeranno. Dovremo rallentare il gioco, abbassare i ritmi e difenderci sempre in 5 contro 5, evitando di subire contropiedi, perdere palloni stupidi e forzare i tiri. Se ci riusciremo per 40 minuti, potremo fare il break, ma avremo bisogno di tutti, anche delle seconde linee. Di Tutonda, Steinmann e Koludrovic. Iniziare due volte fuori casa è un vantaggio. E in semifinale ho visto una squadra compatta come non mai. Abbiamo mostrato carattere vincendo due volte a Neuchâtel, su un campo difficile. È una SAM pronta a battagliare».

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