Formula Uno

Se la Ferrari torna grande con il pilota sbagliato

Sainz conquista il GP d’Australia davanti a Leclerc: la Rossa risale sul gradino più alto del podio, approfittando del ritiro di Verstappen - Lo spagnolo è in piena ascesa a differenza di Hamilton, suo futuro sostituto ai minimi in Mercedes
©EPA/JOEL CARRETT
Pino Allievi
Pino Allievi
24.03.2024 15:49

Ricordate che cosa era successo due settimane fa in Arabia Saudita? Aveva vinto Verstappen, come al solito, ma l’eroe di giornata era stato quel ragazzino inglese di 18 anni che al debutto con la Ferrari si era addirittura piazzato settimo. Da allora non si è fatto altro che parlare di Ollie Bearman, di quanto sia bravo, dei miracoli che farebbe con la Ferrari se potesse guidare sempre. E Sainz, di cui Berman aveva preso il posto? Cancellato. L’operazione di appendicite passata in secondo piano, il desiderio nascosto che non fosse ancora pronto per rivedere in azione Bearman sulla rossa.

Lo stop dopo 43 gare a punti

Invece Sainz è tornato, ha subito conquistato il secondo posto in qualifica e ha addirittura dominato il Gran Premio d’Australia, dando alla Ferrari il successo che mancava dal GP di Singapore dello scorso anno, primo ancora lui, Carlos. Una sorpresa enorme che sconfina nel miracolo, considerando i dolori che Sainz ha provato allungandosi dentro lo strettissimo abitacolo della SF24, la preparazione fisica che non aveva potuto fare (7 giorni a letto…), gli scuotimenti di una macchina che salta sui cordoli da una curva all’altra, per 58 tiratissimi giri.

Si è ritirato Verstappen, si dirà. Vero, il primo stop dopo 43 gare a punti, a causa di un problema ai freni. Era il quarto giro. Ma Sainz l’aveva già superato di slancio e stava allungando, senza problemi nello scrollarsi di dosso Norris. Poi, quando Leclerc si è issato saldamente al secondo posto, staccato di un solo secondo, si è pensato che la Ferrari desse l’ordine di invertire le posizioni. Ma Sainz, cervello fine, proprio in quel momento ha forzato l’andatura togliendo Fred Vasseur dall’imbarazzo di una decisione che sarebbe stata impopolare. Dinanzi all’offensiva di Sainz, Leclerc è stato messo con le spalle al muro e non ha saputo reagire. Gara finita senza sorprese. «È stato più bravo di me, ha meritato di vincere», ha ammesso il monegasco, che ha concluso con un distacco di 2’’3 davanti al coriaceo Norris con la McLaren.

«Io, licenziato in febbraio»

E Sainz? Mezzo felice, mezzo incredulo: «A febbraio mi hanno licenziato e al debutto in Bahrein sono arrivato terzo davanti a Leclerc. In Arabia c’è stato lo stop per l’appendicite e non sapevo se a Melbourne avrei corso. Invece ce l’ho fatta, con una gara incredibile. E questo dimostra quanto sia proprio bella la vita».

Parole distese, distanti dalle polemiche che oggi sono più vicine che mai. Perché Sainz ha dimostrato di essere un pilota in piena ascesa, capace di vincere ovunque. Un Lauda dei tempi moderni che «fa squadra», è intelligente nel districarsi nei meandri di Maranello, sa dialogare con gli ingegneri, placa la tensione se le cose vanno male e sa scatenarsi quando ci sono le condizioni per vincere. Si può rinunciare a uno così? La Ferrari ha scelto di farlo per ingaggiare Lewis Hamilton che nel 2025 avrà 42 anni ma che oggi sta vivendo il punto più basso della carriera in Formula Uno, con prestazioni mediocri, generati da una Mercedes scadente. Senza minimamente mettere in discussioni le eccelse qualità di Hamilton, è però lecito sottolineare come anche Sainz sappia dominare. Certo, quando la Ferrari si dimostra competitiva.

Di colpo, i dubbi di Maranello

È una Ferrari da titolo, quella della doppietta di Melbourne? La scopriremo col tempo, però è un dato di fatto che la SF24 ha pochissimi difetti, è facile da guidare, non consuma più le gomme come la vettura del 2023, ha un motore di grande potenza, autorizza azzardi prima impossibili, se non a caro prezzo. C’è tutto, ma c’è anche la Red Bull che dalla prima gara accusa guai ai freni dovuti probabilmente non ai freni stessi ma al sistema di raffreddamento e cestelli annessi attorno ai dischi, che hanno un disegno che si integra con l’aerodinamica, per avere vantaggi (finali) di tenuta di strada. Ed è possibile che i guai di Verstappen abbiano appunto origine dall’estremizzazione della macchina.

Comunque, una volta fuori Verstappen, l’altra Red Bull di Perez non ha combinato niente e il messicano è giunto quinto a 56 secondi da Sainz. Situazione difficile per lui, mentre la Red Bull ha già messo le mani avanti contattando Sainz per il 2025: mercato bollente, visto che Verstappen ha una offerta da Mercedes…

Intanto godiamoci questa Ferrari che è tornata sul gradino più alto col pilota sbagliato. E siccome a Maranello gli spifferi ci sono anche nelle giornate di gloria, vedremo che cosa succederà da qui in avanti, col mondiale che si riapre e qualcuno, in rosso, che comincia ad avere dei dubbi sulla scelta di Hamilton anche in chiave di armonia in squadra. Quando si parla di Ferrari non si può mai stare tranquilli!