L'intervista

«I trionfi giovanili, le difficoltà e gli insegnamenti di Pat Cash»

La californiana Kayla Day, stella del W75 Ladies Open a Bellinzona, si sta preparando in vista degli appuntamenti più importanti sulla terra battuta, Roland Garros in primis
La californiana Kayla Day è venuta in Ticino per prendere maggior confidenza in vista della stagione dedicata alla terra battuta. ©Nicola Demaldi/Sertusimage.ch
Alex Isenburg
12.04.2024 06:00

I primi giorni del W75 Bellinzona Ladies Open sono stati complicati per le atlete, alle prese con condizioni meteo avverse, tra freddo e vento. Malgrado le iniziali difficoltà, il torneo della capitale ticinese sta proseguendo per il meglio e il pubblico può godersi il tennis espresso dalle giocatrici in gara. Abbiamo incontrato una delle più attese, la testa di serie numero uno Kayla Day, ieri qualificatasi ai quarti di finale superando in rimonta l’elvetica Jenny Duerst (1-6, 7-5, 6-3). 

Nata e cresciuta in California – a Santa Barbara – l’americana ha deciso di venire in Ticino per prendere maggior confidenza in vista della stagione dedicata alla terra battuta. «Trovo che questo sia un posto incantevole. Il mio intento – ci conferma – è quello di preparare al meglio gli appuntamenti più importanti, Roland Garros in primis. Giocare qui è davvero splendido e mi permetterà di disputare una serie di tornei abbastanza ravvicinati tra loro». L’inizio di stagione – per la numero 86 delle classifiche WTA – non è stato dei più ottimali e a Bellinzona la sua speranza è di trovare il riscatto. «Sì, in questi primi mesi dell’anno ho faticato più di quanto mi sarei aspettata. Avrei di certo voluto vincere di più, ma purtroppo ho dovuto far fronte a un infortunio a una caviglia. Mi ha senza dubbio complicato le cose, ma ora mi sento pronta e spero che qui potrò invertire la rotta».

Talento precoce

Kayla Day era balzata agli onori della cronaca già 8 anni fa, quando nel 2016 conquistò in un sol colpo gli US Open junior e il primo posto della classifica di categoria. «Fu un momento estremamente speciale per me, vincere a casa mia – peraltro – è stata l’apoteosi. Sono ricordi davvero incredibili, non li dimenticherò mai». All’epoca 17.enne, la californiana era una grande speranza della racchetta a stelle e strisce, una promessa, però, che per il momento è rimasta ancora parzialmente incompiuta. Lei – di certo – non è il primo né l’ultimo caso di tennisti che brillano particolarmente a livello giovanile, ma che poi non riescono ad imporsi subito nel tour professionistico. «Se ripenso a quei momenti, mi sembrano lontanissimi nel tempo, ero praticamente una bambina. Non mi ero resa conto di quanto fossi andata lontano e non avevo realizzato appieno quanto compiuto, credo che i miei successi iniziali siano arrivati troppo presto e troppo facilmente».

Grazie a una serie di risultati brillanti – compreso un terzo turno nel prestigioso WTA 1000 di Indian Wells – Day aveva scalato rapidamente le classifiche, giungendo in età ancora precoce alla 123. posizione del ranking. «Ho vinto tanto – sia a livello junior, sia nei miei primi passi nel circuito maggiore – poi, quando ho iniziato a subire qualche sconfitta, ho fatto fatica a digerirle. È un aspetto, questo, che ho dovuto imparare nel corso degli anni».

L’esempio di Kenin e Andreescu

Coloro che duellavano con lei a livello giovanile – come Sofia Kenin e Bianca Andreescu – sono riuscite a trionfare presto anche in un Grande Slam, ma ciò non le ha tolto fiducia, anzi. «Mentre io faticavo ad impormi, ho visto loro conquistare dei titoli importantissimi, ma non è stato difficile per me. È stata una fonte di ispirazione. In passato giocavo e vincevo contro entrambe, per cui mi dicevo che anch’io avrei potuto centrare traguardi altrettanto prestigiosi». L’aspetto che ha maggiormente rallentato la crescita di Kayla Day è stato quello relativo agli innumerevoli infortuni, che hanno coinvolto praticamente ogni parte del suo corpo. «Ho dovuto convivere con diversi stop forzati di lunga durata, è stato un periodo estremamente complicato. Anche dal punto di vista mentale non è stato facile, perché quando finalmente mi sono sentita pronta e in salute era l’inizio del 2020 e il mondo era fermo a causa della pandemia. Quel momento, però, mi ha reso ancora più affamata: il pensiero del ritiro non è mai passato per la mia testa, volevo tornare a giocare per dimostrare quanto valessi davvero».

A lezione da un campione

Negli ultimi anni, la giocatrice statunitense – che ha anche il passaporto ceco per via delle origini di sua madre – ha trovato una maggior continuità anche dal punto di vista fisico e sta provando a scalare la graduatoria mondiale. «Nel 2021 ero crollata quasi al numero 600 del ranking e ora mi sto riportando nei piani alti, avrei voluto risalire in maniera ancor più veloce, ma la mia è una crescita costante». La rinascita della 24.enne è passata – anche – dalla collaborazione con una leggenda del tennis, Pat Cash. «È stato incredibile, mi ha fornito degli insegnamenti molto preziosi e alcune delle sue indicazioni non le avevo mai sentite da nessun altro allenatore prima di lui. Avere nel proprio angolo un vincitore di Wimbledon – e percepire che lui crede in te – non può che far aumentare l’autostima». Il rapporto di lavoro con Cash, ormai, si è interrotto, anche se i due sono regolarmente in contatto. «Lo sento spesso e a dire il vero sono ancora legata alla sua famiglia. Al momento, infatti, lavoro con suo figlio – Jett Cash –che è qui con me a Bellinzona».

La magia di Parigi

Gli insegnamenti di Pat Cash sono stati fondamentali per Kayla Day, che – non a caso – l’anno scorso ha raggiunto un buon traguardo al Roland Garros. «A Parigi ho vissuto dei momenti straordinari. Innanzitutto – per la prima volta – sono riuscita ad accedere al tabellone principale passando dalle qualificazioni. Dopodiché, ho centrato il terzo turno battendo Maddison Keys in quella che è stata la mia prima vittoria contro una top20 del mondo». I punti da difendere, tra circa un mese e mezzo, saranno diversi. «Sì, ma in vista del prosieguo stagionale non mi sono posta alcun obiettivo relativo alla posizione in classifica. Voglio migliorare ogni giorno, con la speranza – ovviamente – di rimanere sana».