Tennis

«Sto lavorando per ritrovare il mordente»

Lo zurighese Marc-Andrea Huesler sogna di poter tornare nei top 100 dell'ATP anche per entrare direttamente nei tabelloni principali dei grandi tornei
Nel 2023 Marc-Andrea Huesler è stato numero 47 del ranking ATP. © CdT/Gabriele Putzu
Raffaele Soldati
07.03.2024 21:00

Lo scorso anno, in febbraio, Marc-Andrea Huesler aveva raggiunto il suo miglior ranking: ATP 47. Poi l’inesorabile discesa. Una serie nera con pochi lampi di luce che lo ha riportato attorno alla duecentesima posizione. Come spiegare il calo di rendimento? Lo zurighese, uscito di scena in singolare nel primo turno del Challenger di Lugano ad opera del moldavo Radu Albot (6-4 6-3), lo spiega così: «Ho incontrato avversari più forti di me». Nessuna scusa, se non il fatto di non aver saputo reagire come avrebbe desiderato. «Il tennis è così - dice - . Se entri in una spirale positiva ti galvanizzi, se perdi in continuazione, pur giocando benino, rischi di smarrire la fiducia. Conosco il meccanismo e, insieme al mio allenatore, Timo Schalfenberger (ndr, zurighese come Marc-Andrea) stiamo lavorando per risalire la china».

Spirito ottimista

Huesler non è un pessimista. Crede nelle sue possibilità. Vuole dunque rimettersi in carreggiata e sa che la strada è una sola, quella dei Challenger. «Ai tempi del coronavirus (2020), avevo giocato a Cadro il torneo promosso dai Margaroli. Nel 2022 (ndr, l’anno in cui al Conza vinse l’italiano Luca Nardi) ero venuto per la prima volta a questo Challenger. Mi ero fermato ai quarti. Quest’anno ho raccolto l’invito pieno di velleità. Non è andata come volevo. Però non demordo. Sto lavorando per ritrovare il mordente e il gioco offensivo che mi caratterizza. È chiaro che mi piacerebbe tornare al più presto tra i top 100. Vorrei poter entrare nei tabelloni principali delle prove più importanti. La via delle qualificazioni è dura, ma è anche quella con la quale dovrò ora fare i conti», precisa lo zurighese.

Quali i momenti più belli vissuti sul circuito ATP da Marc-Andrea Huesler? «Per entrare nei top 50 avevo giocato tante ottime partite, spesso contro avversari alla mia portata. Poi c’è stato un periodo nel quale ho affrontato tennisti di un calibro superiore al mio. Ricordo diverse partite combattute, ma purtroppo concluse con delle sconfitte. I momenti più belli? Nell’estate del 2021, con Dominic Stricker (ndr, che avrebbe dovuto essere il numero 1 di questo Challenger) mi ero imposto in doppio allo Swiss Open di Gstaad. E nell’autunno del 2022 era finalmente arrivato anche il mio primo successo in un torneo ATP. Sul cemento di Sofia avevo sconfitto in finale il danese Holger Rune, ancora adesso tra i top 10 al mondo».

L’amarezza in Davis

Huesler, che si sta impegnando per ritrovare al più presto il suo miglior tennis, ha una superficie prediletta? «Il cemento - sottolinea - è quella alla quale il mio gioco meglio si adatta. Confesso però che mi piace molto anche l’erba. Tornare a Wimbledon è una mia priorità». Qual è stato invece il momento più difficile da digerire? «Nel febbraio scorso - conclude - abbiamo avuto l’opportunità di guadagnarci per il secondo anno di fila le finali delle migliori 16 in Coppa Davis. A Groningen, contro i Paesi Bassi, abbiamo invece perso 3-2, così nel prossimo autunno la Svizzera dovrà lottare nei playoff in casa contro il Perù». Per la cronaca, a Groningen, Marc-Andrea e Leandro Riedi avevano creato la grande sorpresa battendo in doppio due specialisti olandesi, Koolhof e Rojer.