Contromano

Verstappen non ha rivali; Leclerc sì (e pure in casa)

In Bahrein l’olandese ha subito smorzato le speranze di una concorrenza poco competitiva – Ad accendere la gara è stato il duello interno alla Ferrari, con Sainz capace di oscurare Charles
© Keystone
Pino Allievi
Pino Allievi
03.03.2024 21:00

Non è un nuovo Mondiale, è quello dello scorso anno che continua. Stesso copione, stessi attori che ripetono gesti noti. La Formula 1 che ha aperto il 2024 in Bahrein è quasi identica a quella che aveva chiuso lo scorso novembre ad Abu Dhabi. L’ordine d’arrivo? Come quello di dodici mesi fa: primo Verstappen, secondo Perez, la Red Bull che domina. Poi gli altri con qualche sfumatura, nel senso che la Ferrari non ha più accusato un distacco di 50 secondi dal vincitore ma li ha ridotti a 25: però Verstappen negli ultimi giri ha giocato, facendosi montare delle Pirelli più morbide per divertirsi: sino a quel momento aveva viaggiato a velocità di sicurezza, come un tassista.

Stesso team, due missioni

Non è stato un grande spettacolo, soprattutto considerando le belle parole di speranza che erano arrivate da tutti alla vigilia. Cominciando dalla Ferrari, convinta che la Red Bull fosse più vicina se non battibile, alla luce dei test che avevano mostrato una SF24 esente dai guai che l’avevano tormentata nel 2023: difficile inserimento in curva e progressivo degrado delle gomme. I difetti sono spariti, ma il risultato è rimasto lo stesso, con la Ferrari salda quale seconda forza del campionato, a debita distanza dalla Red Bull. La quale invece di migliorare la monoposto dello scorso anno, cosa logica, quasi scontata, ha deciso di strabiliare tutti con un progetto futuristico che ha subito funzionato ma è agli inizi: meglio non pensare dove potrebbe arrivare...

La Ferrari del Bahrein è comunque stata solo quella di Carlos Sainz, autore di una corsa bellissima, costellata da due sorpassi a Leclerc che, per lui, valgono una cifra inestimabile, visto che non ha ancora un ingaggio per il 2025. La decisione di anticipare la notizia di Hamilton in rosso, ha di fatto diviso in due la Ferrari. Leclerc e Sainz sono universi a parte, con due missioni diverse che forse coincideranno in qualche occasione. Leclerc pensa a come rinsaldare quella che per lui, oggi, è una leadership testimoniata, a Sakhir, dalla strategia con la quale il team ha gestito le prime soste ai box, proiettando Charles davanti a Carlos quando invece era dietro. Sainz deve solo confermare la sua fama di pilota solido, intelligente, che porta sempre a casa il risultato. Leclerc non ha tuttavia avuto la sorte dalla sua. Ottimo in qualifica col secondo tempo, in gara dopo il primo giro è progressivamente retrocesso per una frenata sbilanciata forse dovuta a una gomma o ad altro. Fatto sta che nella prima parte di gara si è solo difeso con i denti, ma una volta montate le Pirelli più dure ha fatto un paio di passaggi lanciati e alla fine ha girato più forte di Sainz. Ma non è riuscito ad andare oltre un modesto quarto posto.

L’altra battaglia di Horner

La Red Bull ha passeggiato tra le dune del deserto. Macchina centrata, controcorrente, i tecnici delle altre squadre allibiti e increduli dinanzi alle soluzioni portate in pista dal genio Adrian Newey. Verstappen ha fatto quello che sa fare: dominare. Perez pure, nel senso che ha corso da rincalzo che deve tener dietro gli altri. Missione compiuta dopo una vigilia tormentata per lo scandalo, esagerato se i termini sono quelli resi noti, che ha coinvolto il titolare Christian Horner, accusato di «comportamento inappropriato» con una dipendente. È stato assolto nell’inchiesta interna e si è presentato in pista con la moglie Geri, ex-Spice Girls, ma è stato poi travolto dai messaggi tra lui e la ragazza in questione – cosa tutta da dimostrare – divulgati da una fonte anonima. Come dire che qualcuno tenta di scalzarlo dal ruolo di leader del team. Per ora ha vinto lui, ma la battaglia continua.

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