Ecco perché la psicologia del complotto è presente in tutti noi
La convinzione che alcuni eventi siano manipolati in segreto dietro le quinte da potenti forze è un sentimento che si è vieppiù rafforzato negli ultimi anni, ma quali meccanismi della psiche soddisfa una teoria del complotto? In diversa misura, siamo tutti un po' complottisti? Lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli ci dà una lettura di questo fenomeno sociale
Sulla Luna? Non ci abbiamo mai messo piede. L’11 settembre? Una catastrofe architettata dalla CIA. L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy? Pure. La COVID-19? Una malattia creata in laboratorio e poi sfuggita di mano. La convinzione che alcuni eventi o situazioni siano manipolati in segreto dietro le quinte da potenti forze è un sentimento che da secoli si innerva sistematicamente all’interno della società.
Premessa. Credere a queste narrazioni alternative, definite da molti bizzarre, non è una cosa così tanto da pazzi, soprattutto perché sono articolate in modo avvincente e costruite in maniera ingegnosa. Che spesso rasenta la meticolosità. E soddisfano la mente e il pensiero in modo egregio, perché offrono una spiegazione emotiva a eventi o situazioni difficili da comprendere e che riducono...
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