
Rompere il silenzio
contro la depressione
La malattia psicologica è caratterizzata da sintomi specifici e non deve assolutamente essere confusa con uno stato generale di tristezza
L’Oms afferma che la depressione è «tra le prime cause di disabilità a livello mondiale». È una malattia carica di silenzio, pregiudizi e di cui si sa ancora troppo poco. E spesso il silenzio da cui è circondata è quello di chi non ha il coraggio di parlarne o di chi confonde la depressione con un semplice stato d’animo momentaneo. Ciò impedisce la presa di coscienza di chi soffre e dei suoi famigliari, ritardando l’accesso alle terapie. Al momento si calcola che una persona su quattro nel mondo è colpita da disturbi mentali, ma i numeri potrebbero aumentare a causa della pandemia, che genera paura e ansia.
Secondo l’American Psychiatric Association, la depressione è «un disturbo dell’umore caratterizzato da una compromissione del funzionamento personale e sociale, associata a sintomi affettivi, cognitivi, comportamentali e somatici». Non è, quindi, una condizione omogenea in quanto diversi fattori agiscono in modo differente. Inoltre, non ne esiste una sola forma. La più diffusa è il «disturbo oppressivo maggiore», caratterizzato da diversi sintomi come anedonia (incapacità di provare soddisfazione o interesse), abulia, apatia, insonnia, inappetenza, sofferenza interiore, sensi di colpa e inadeguatezza, ma anche pensieri di morte. Se i sintomi non migliorano, si parla di «depressione resistente al trattamento», una forma molto grave. E non sempre i medicinali sono la soluzione definitiva per uscirne.
Il dottor Massimo Di Giannantonio, presidente eletto della Società Italiana di Psichiatria, afferma che «per curare la depressione è necessaria una rivoluzione concettuale» in quanto «è fondamentale dare attenzione ai vissuti, ai comportamenti e ai pensieri del paziente perché è la sua sensibilità e la sua capacità di capire la risposta al trattamento che permettono di intraprendere la strada giusta». Pregiudizi e stereotipi sono i fattori che più ostacolano il riconoscimento della malattia e la richiesta d’aiuto: i pazienti hanno bisogno di essere ascoltati, creduti, accompagnati e di essere supportati per superare il silenzio che spesso aleggia attorno alla malattia.
Sono tante, in questo senso, le campagne di sensibilizzazioni sul fenomeno. Attuare un cambiamento culturale profondo significa promuovere la conoscenza e la consapevolezza che permettono di agire in tempo e di non sottovalutare la depressione.