di FABIO PONTIGGIA - Non è piacevole dover rimettere in discussione un servizio giornalistico realizzato con impegno e passione, in ore di ricerca e di lavoro non privo di qualche rischio. Ma quando, confrontati con critiche e obiezioni che si dimostrano fondate, la realtà ci dice che qualcosa è andato storto, occorre l'onestà di farlo. È quanto dobbiamo fare con il servizio pubblicato nelle pagine del Primo piano di martedì 20 giugno sulla Germania, realizzato da un nostro giornalista che, per comprensibili motivi di sicurezza, si è firmato con lo pseudonimo di Stefan Müller. Come direttore di questo giornale mi assumo la responsabilità dell'incidente di fronte ai nostri lettori e a tutela della libertà e dell'autonomia dei redattori (evitare il rischio dell'autocensura per la paura di sbagliare)....
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