Una Spagna confusa è andata ieri alle urne, ma le urne hanno chiarito poco o nulla. Erano le quarte elezioni generali in meno di quattro anni. Ne sono emerse tessere disordinate per un puzzle di difficilissima composizione. Il Partito socialista di Pedro Sánchez è stato il più votato, ma dire che abbia vinto sarebbe usare un parolone fuori posto: con il 28,2% dei voti e 122 seggi sui 350 del Congresso (0,5 punti e un deputato in meno rispetto ad aprile) il primo ministro in funzione si ritrova ai piedi della scala. Voleva essere più forte per sbloccare l’impasse di una democrazia in difficoltà: gli elettori non lo hanno accontentato. Sarà dura, anzi durissima, ottenere l’investitura come capo di un nuovo Esecutivo in grado di governare.
L’azzardo di Sánchez si è tradotto nella vittoria della...
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