Non basta, come hanno fatto recentemente sia il «New York Times» sia l’agenzia «Associated Press», decidere d’ora in poi di scrivere sempre «Black» con la B maiuscola per denotare l’etnia e non il semplice colore della pelle (ma perché, è legittimo chiedersi, lo stesso trattamento non è riservato anche a “2white»?) Nè serve a granché lasciarsi prendere da quella che in America hanno battezzato la «cancellation culture», deturpando o abbattendo statue e monumenti considerati politicamente scorretti, nel vano tentativo di punire la Storia, quando ciò che è stato è stato e i cambiamenti vanno ora semmai coniugati al futuro, passo dopo passo. Perché comunque qualcosa di diverso occorre fare, non certo con Trump ma con uno o più futuri presidenti, consapevoli che la questione razziale non deve...
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