Se venerdì sera avevamo un po’ storto il naso di fronte ad una serie di performance non proprio impeccabili dal profilo musicale e canoro, il sabato sera di Moon & Stars ha riconciliato tutti con quelle che dovrebbe essere le prerogative di un concerto: far ascoltare buona musica ben suonata e cantata. Due condizioni perfettamente rispettate sia dai tre tenorini de Il Volo (anche se in realtà i tenori sono solo due, il terzo è un baritono) sia da una Emeli Sandé confermatasi una delle regine del soul contemporaneo, e non solamente europeo.

Ma partiamo dal trio classic-pop italiano composto da Piero Barone, Ignazio Boschetto (tenori) e Gianluca Ginoble (baritono) che può piacere o meno in quanto a stile canoro (il belcanto, ancorché considerato in tutto il mondo l’emblema dell’italianità canora, in patria e da noi non gode troppi consensi) ma che è assolutamente inappuntabile. Le voci dei tre ragazzi sono infatti ottimamente impostate, l’affiatamento è perfetto e anche il repertorio da loro scelto non fa una grinza: una dozzina di classici della tradizione melodica della Penisola (da Il mondo a L’immensità, da Lontano dagli occhi ad Almeno tu nell’universo all’immancabile Volare), 4-5 canzoni proprie (tra cui i singoli sanremesi Grande amore e Musica che resta) ed un paio di standard internazionali come My Way e Love Story. Il tutto accompagnato da un’orchestra classica di una ventina di elementi (la Filarmonia Veneta) e da un complesso pop: un organico sontuoso capace di offrire un ideale tappeto sonoro alle performance dei tre, esibitisi sia assieme, sia ritagliandosi, ciascuno, propri spazi personali ma sempre nel segno di una continuità e di un equilibrio interpretativo che non è mai venuto meno. Gli eredi incontrastati di Bocelli, insomma, che il pubblico ha apprezzato tributando loro lunghi e appassionati applausi.
Applausi che sono poi divenuti ancora più forti ed entusiasti durante la performance di Emeli Sandé. La cantautrice britannica, a dispetto della sua ancor giovane età e di una discografia non particolarmente fornita, è infatti prontissima a rivendicare lo scettro di regina del soul lasciato vacante dalla scomparsa di Aretha Franklin.
Perché quello che propone Emeli è soul con la «esse» maiuscola, fatto di eccellenti composizioni, arrangiamenti molto più vicini alla tradizione gospel & spiritual che alle attuali tendenze elettroniche (ma che non suonano vecchi, anzi...) ed un’interpretazione intensa e vibrante, ulteriormente rafforzata da un potente coro a supporto della sua splendida voce. Canzoni, le sue, capaci di toccare le corde dell’emozione e nel contempo di provocare scariche di adrenalina: dalla potente Breathing Underwater proposta in apertura, all’emozionante Clown eseguita dalla cantante al pianoforte, fino alle nuove Survivor, Sparrow e Shine e ad una trascinante Extraordinary Being alla quale il pubblico ha tributato tre lunghi minuti di applausi che hanno quasi bloccato il prosieguo del concerto. Sì, lo possiamo già tranquillamente affermare: la regina di Moon & Stars 2019 è lei...