Come prevedibile lo scorso anno la pandemia ha lasciato segni ben tangibili anche sul mercato del lavoro, sia a livello nazionale sia a livello ticinese. Anche se, a detta degli esperti, la situazione in Svizzera alla fine si è rivelata più robusta del previsto, grazie soprattutto allo strumento del lavoro ridotto. «I peggiori timori di ondate di licenziamenti o di fallimenti non si sono avverati», ha commentato ieri Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro presso la SECO.
I numeri comunque sono in parte drammatici: a fine dicembre in tutto il Paese c’erano ben 163.545 persone registrate agli uffici regionali di collocamento (URC), il 40% il più rispetto a un anno fa. Il tasso di disoccupazione SECO, calcolato in rapporto alla popolazione attiva, è così salito al 3,5% (nel dicembre 2019...
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