Quest’anno il Municipio di Lugano per due volte ha risposto di aver segnalato alla Lega dei Ticinesi di porre termine all’utilizzazione dello stemma della Città di Lugano sulle pagine Facebook e Instagram, dopo che l’anno scorso essa aveva utilizzato il logo sui manifesti elettorali. Domanda: nelle prossime settimane la Lega di Lugano riproporrà i medesimi manifesti? Aspettiamo gli sviluppi da parte del partito, che si identifica talmente con il potere, da appropriarsi dello stemma e del logo della Città.
Ma giustamente, come ribadisce qualche leghista, i problemi delle e dei Luganesi sono altri e, questo lo aggiungo io, non è che la gestione leghista del potere brilli nella loro risoluzione.
Pensiamo all’aggiornamento del regolamento sociale, che stiamo attendendo da anni e che magari, come i progetti sportivi e culturali, spunterà fuori come il coniglio dal cappello poco prima del voto. Noi intanto abbiamo fatto delle proposte per la riduzione dei costi della cassa malati, delle cure dentarie e dell’alloggio, a favore del ceto medio-basso, grazie a sussidi comunali, misure che potevano essere già discusse e inserite nel regolamento.
Pensiamo allo sviluppo dei servizi per le famiglie: noi abbiamo chiesto un aumento dei posti comunali negli asili nido e nei servizi extrascolastici (mense e doposcuola), che vanno resi accessibili a tutti e per tutto l’anno secondo le direttive cantonali. E che non vanno esternalizzati ad associazioni confessionali: mi riferisco qui alla situazione della sede di Cassarate, dove stando a «Il Caffè», i bambini sono indirizzati verso una mensa di un’associazione confessionale, che li invita a fare un gesto religioso, ciò che per gli utenti non praticanti dei servizi cittadini va contro i principii costituzionali di libertà di credo.
Pensiamo alla decisione favorevole alla riduzione degli allievi per classe nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole elementari, come pure all’aumento dei docenti d’appoggio, che si devono all’azione politica della sinistra a livello cantonale e non già all’(in)azione leghista di Lugano.
E possiamo concludere con la politica dell’alloggio a prezzi accessibili, dove tanti sono i bastoni tra le ruote per l’attuazione del controprogetto all’iniziativa popolare della sinistra: al punto che per procedere occorrerà creare, come nella città rossoverde di Zurigo, una fondazione luganese per la promozione di abitazioni a prezzi accessibili e per la gestione degli alloggi cittadini.
In conclusione, contrariamente alla Lega, non abbiamo problemi a rinunciare all’utilizzazione dello stemma e del logo della Città di Lugano perché ci identifichiamo poco con la politica della maggioranza che la governa da troppi anni.
Raoul Ghisletta, presidente PS Lugano e consigliere comunale, candidato al Consiglio comunale di Lugano