Caro Carlo Silini, si chiude un anno e ci si aspettiamo che da domani si volti pagina e tutto torni a quella normalità che identifichiamo nella libertà di muoversi, di incontrarsi, di toccarsi. Lo ricorderemo come un anno di guerra, dove il nemico era una forza sconosciuta che a differenza di un terremoto, di un uragano, di un’eruzione non ha colpito lontano da noi, ma è nato e cresciuto intorno a ognuno di noi, facendosi percepire sempre più vicino e ineluttabile. Un anno che ci ha tolto molte delle libertà abituali, ma ci ha fatto crescere e trovare valori umani dimenticati. Abbiamo imparato a convivere con noi stessi, a conoscerci meglio, ad ascoltare; ad apprezzare il rumore del silenzio, i colori e gli odori della natura; a dar valore a una telefonata; a riscoprire il piacere della cucina...
Vuoi leggere di più?
Sottoscrivi un abbonamento per continuare a leggere l’articolo.
Scopri gli abbonamenti al Corriere del Ticino.
Hai già un abbonamento? Accedi