Giorgio Genetelli con il romanzo Merluz Vogn sorprende riuscendo a portare le avventure picaresche di un paio di preadolescenti ticinesi nel... cortile di casa. Il libro, fra gustosi mix dialettali e in lingua, dipinge una stagione della gioventù dell’autore in un paesino che potrebbe essere un qualsiasi villaggio ticinese. Ma il villaggio di Genetelli è comunque suo e solo suo e le storie picaresche che vi racconta, a mo’ di novello Don Chisciotte in erba, si riferiscono alla sua infanzia gioiosa e avventurosa ma pure già confrontata con le dure leggi della vita degli adulti. Merluz Vogn, questo il nome di battaglia del protagonista, oscilla fra scherzi, sberleffi, fughe, rigetti del quotidiano e la dura consapevolezza della separazione dalla madre. Il libro si svolge durante un’estate turbolenta in cui Merluz viene affidato ai nonni del tutto incapaci di controllarlo. Il ragazzo in compagnia del fido Nandel ne combina una più di Bertoldo animando la sonnolenta estate paesana. Gare di barchette, prese in giro degli ancora pochissimi automobilisti, avventure minime, che tuttavia nella mente dei ragazzi appaiono sconfinate, costellano il mondo-villaggio di Genetelli che, a tratti, si apre anche su scene di emigrazione. Libro da leggere col sorriso sulle labbra, Merluz Vogn ha una sua anima struggente e generosa che narra con trasporto l’infanzia perduta.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 22, 2020
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