Ogni epoca ha le sue parole, i modi d’uso verbali e scritti, le espressioni tipiche. Una stagione particolarmente difficile, anche solo a livello di comprensione, come quella della pandemia di coronavirus che furoreggia nel mondo e sembra recedere, almeno al momento, a livello locale è stata dissezionata e poi ricostruita da un breve dizionario composto dal giornalista del Corriere del Ticino Carlo Silini. L’autore di Dietro le parole del contagio - Dizionario minimo del coronavirus, disponibile in formato eBook, optando per lo schema una lettera-un argomento ha affrontato i vari stati d’animo e le contingenze dei mesi appena trascorsi. Il dizionario, necessariamente soggettivo, va alla ricerca di argomenti e punti esclamativi il più possibile oggettivi. Ecco una gustosa descrizione dei guanti «pandemici» e del loro uso «erratico»: «La cosa brutta dei guanti ultrasottili che i negozi impongono durante la spesa è che ti pare di essere in sala operatoria anche quando valuti l’azione sulle fragole. Esci e li togli strappandoli dalle mani sudaticce senza sapere dove farli sparire. Se hai acquistato la confezione di zwieback toccata poco prima da un cliente infetto, ora sono i guanti ad essere contaminati. Chi ci preserverà dal preservativo? Fatto sta che dopo settimane in cui li infilavamo e li toglievamo con religioso zelo, son venuti a dirci che lavarsi spesso le mani è molto più sicuro. Tuttavia restano l’icona della crisi...».

Recensione apparsa su ExtraSette n. 32, 2020
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