Luca Jaeggli esordisce come scrittore di romanzi con Quando i gabbiani volano verso terra, una storia che viene raccontata come una fuga esistenziale da una vita troppo precisa, troppo dedita ai compromessi e, persino, troppo dipendente dal benessere materiale. Che non necessariamente comporta il benessere dell’anima, come è risaputo. Soprattutto negli individui che, sotto sotto, amano l’avventura, la vita libera e improvvisata, magari con un gruppo di amici sinceri e accanto a una donna non legata da vincoli materiali. Insomma, quando Louis Blanc, dirigente di una rinomata agenzia di assicurazioni luganese, viene sequestrato per un paio d’ore e derubato da due balordi, la prima cosa che gli viene in mente è quella di continuare questa (dis)avventura. È già vestito come un barbone – c’è stato uno scambio di abiti – ed è pronto ad accettare un passaggio da un TIR disponibile. Da lì in poi la sua vita cambierà totalmente dal momento che si abbandonerà a piccoli furti, all’amoreggiare con una procace locandiera, alla vita di mare in cui lo coinvolge il capitano della nave «Argo», il siriano Jamaal. Sulla nave, mentre i gabbiani volano verso terra presentendo aria di tempesta, ci saranno regolamenti di conti e altre baruffe, ma alla fine Louis, come l’altrettanto avventuroso amico Max, saprà fare tesoro del dono della libertà, che è grande come il mare e ampia come la nostra mente.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 49, 2020
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