Curiosità bestiali

È vero che le libellule erano lunghe 70 cm?

Il Carbonifero è caratterizzato da insetti di grandi dimensioni.
Il Carbonifero è caratterizzato da insetti di grandi dimensioni.
Martina Ravioli
15.10.2021 16:30

Vivere tra i 360 e i 285 milioni di anni fa, sarebbe l’incubo di tutti coloro che hanno la fobia degli insetti, ma fortunatamente la specie umana era ben lungi dall’apparire su questa terra. Durante il Carbonifero, infatti, le foreste umide, con rigoglioso sottobosco e clima tropicale, ricoprivano gran parte delle terre emerse, collocate prevalentemente nella fascia tropicale attorno all’equatore.

L’ambiente ottimale, unito ad una percentuale di ossigeno nell’aria maggiore di quella attuale, ha permesso lo sviluppo di insetti di dimensioni giganti. Alcune forme di libellule avevano l’apertura alare maggiore rispetto ad un moderno piccione e arrivavano ad una lunghezza di 70 cm, mentre i millepiedi potevano raggiungere i 180 cm.

Non solo insetti e non solo Carbonifero però. Anche in altre ere geologiche assistiamo allo sviluppo di animali che oggi ci parrebbero quantomeno alieni. Il moderno squalo balena, lungo 17 metri, è poco più che un nanetto se paragonato al Carcharodon, un antenato dello squalo bianco vissuto attorno ai 20 milioni di anni fa e di cui sono stati ritrovati i denti lunghi quasi 17 cm. Secondo differenti studi era lungo tra i 20 e i 30 metri ed era un predatore terrificante.

Ovviamente i dinosauri sono i rettili più conosciuti ed amati da adulti e bambini, ma non sono gli unici esseri viventi, per quanto interessanti, degni di nota. L’immaginario collettivo è, infatti, popolato di tirannosauri, stegosauri, pachicefali e pterodattili, ma pochi conoscono altri animali ancora più curiosi.

Nel Cretacico – circa 150 milioni di anni fa – esistevano lucertole acquatiche, chiamate mosasauri, lunghe fino a 10 metri e nel Miocene – circa 20 milioni di anni fa – in America scorrazzavano liberi alcuni esemplari dei foracidi. I foracidi erano degli uccelli predatori e Andalgalornis, che raggiungeva i 3 metri di altezza, riusciva a cacciare prede simili ai moderni cavalli, artigliandoli con le robuste zampe e squartandoli con il becco.

Anche tra i mammiferi ci sono alcune sorprese. Antichi parenti dell’armadillo, i gliptodonti, vissuti tra i 5 e i 2 milioni di anni fa, avevano una pesante corazza, che da sola arrivava a 400 Kg. L’animale pesava circa 2 tonnellate e si nutriva di erba grazie ai lunghi denti a crescita continua. La corazza, insieme alla coda che talvolta terminava in una mazza spinosa, serviva a questi animali per proteggersi dai predatori dai denti a sciabola.

All’Oligocene risalgono, invece, i bradipi che, nel Miocene, raggiunsero dimensioni notevoli. Megatherium, lungo addirittura 6 metri, strappava le foglie direttamente dalle chiome degli alberi ergendosi sulle zampe posteriori. La cosa più strabiliante è che questi bradipi giganti, diffusi in America meridionale, si estinsero solamente 11.000 anni fa e quindi i nostri antenati probabilmente li hanno incontrati dal vivo.

Quindi sì, è vero che c’è stata un’epoca in cui le libellule erano lunghe 70 cm, ma questa forse non è la cosa più sorprendente. Le scoperte paleontologiche, scavo dopo scavo, continuano a fornire nuovi pezzi per completare il grande puzzle della storia della vita sulla terra e per osservare, meravigliati, le tappe dell’evoluzione.