Lavoro

Il lieve aumento della disoccupazione è un segnale che qualcosa sta cambiando

Secondo Moreno Baruffini (IRE) il rimbalzo post-COVID dell’economia è giunto al culmine e probabilmente si è al termine di un ciclo - Il settore industriale sta riducendo la manodopera - Per la Seco, invece, la situazione è ancora solida
A fine agosto i disoccupati iscritti agli Uffici regionali di collocamento in Svizzera erano 88.891. © CdT/Chiara Zocchetti
Dimitri Loringett
07.09.2023 22:30

Il lieve aumento della disoccupazione rilevato in agosto (vedi sotto) è da ricondurre principalmente a fattori stagionali: lo ha affermato Boris Zürcher, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell’economia (Seco), commentando i dati diffusi ieri dalla Seco.

La crescita dei senza lavoro ha interessato in particolare i 15-24.enni, un fenomeno tipico, in quanto i giovani cercano un’occupazione dopo aver terminato la formazione. «Questo non ci preoccupa, osserviamo la cosa ogni anno», ha detto il 59.enne. Tale specifica forma di disoccupazione si attenua sempre rapidamente, di solito già prima della fine dell’anno.

Inoltre, ha osservato ancora Zürcher, l’annuncio di tagli di impieghi presso UBS e Credit Suisse (che avverranno verosimilmente su un arco temporale relativamente lungo, ndr), non si registrerà nelle statistiche della Seco prima di alcuni mesi.

Per il momento, quindi, la Seco ritiene che il mercato del lavoro in Svizzera rimane solido.

Due «storie»

«È probabile che abbiamo raggiunto il culmine del bel rimbalzo dell’economia nel post-pandemia, che ha finito per spingere la disoccupazione ai minimi dell’1,9% in primavera-estate di quest’anno», commenta al CdT Moreno Baruffini, ricercatore all’Istituto di ricerche economiche dell’USI. «Iniziamo inoltre a vedere anche il famoso cambiamento demografico, che è uno dei fattori che spiega il fenomeno della penuria di manodopera in molti settori d’attività».

Su quest’ultimo tema, Boris Zürcher della Seco sostiene che tale penuria potrebbe attenuarsi in autunno se la crescita dell’occupazione rallenterà e il raffreddamento dell’economia si estenderà gradualmente all’ambito lavorativo.

«L’altra “storia” che vedo - prosegue Baruffini - è che probabilmente stiamo arrivando anche alla fine di un ciclo economico. I livelli di disoccupazione sono sì ancora molto bassi, ma ci sono già dei segnali di inversione. Basti guardare, per esempio, al settore secondario che prevede cali di produzione, a causa del previsto rallentamento congiunturale globale, con conseguenti cali sul piano occupazionale».

Secondo gli economisti della Seco è infatti probabile che la disoccupazione torni a crescere leggermente: la previsione è di un tasso medio al 2,0% nel 2023 e al 2,3% nel 2024. Ancora Baruffini: «È un po’ difficile fare previsioni in questa fase incerta, ma ritengo che un cambiamento è in atto è che le prospettive congiunturale non sono rosee».

Oltre duemila senza lavoro in più

Per la prima volta da gennaio, il numero dei senza lavoro in Svizzera è tornato a salire, sebbene solo lievemente: ad agosto il tasso di disoccupazione si è attestato al 2%, tornando cioè ai livelli di aprile, dopo l’1,9% di maggio, giugno e luglio - i più bassi da oltre 20 anni. Il dato di agosto è anche invariato rispetto a quello dello stesso mese del 2022.

Stando ai dati diffusi dalla Seco, alla fine del mese scorso 89.881 disoccupati erano registrati presso gli uffici regionali di collocamento (URC), ossia 2.280 (+2,6%) in più rispetto al mese precedente. Su base annua si registra per contro una flessione di 1.491 unità (-1,6%).

A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati 170 mila senza lavoro, con un tasso al 3,7%, mentre il valore mensile più alto negli ultimi 20 anni è stato del 4,3%, risalente al gennaio 2004.

Riguardo il Ticino, nell’agosto 2023 il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,1% (invariato rispetto a luglio, -0,3 su base annua).

Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 152.317, l’1,1% in più di luglio e il 5,6% in meno di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Infine, il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 47.366 (-1.838 mensile e -20.896 annuo).