Anniversario

«La carta non ha esaurito la missione per cui è nata»

La Perlen Papier AG nelle scorse settimane ha compiuto 150 anni – Si tratta dell’unica azienda svizzera che produce anche carta per giornali e riviste – Ne parliamo con Klemens Gottstein, CEO dell’azienda
Un momento delle porte aperte presso lo stabilimento lucernese. © Perlen Papier AG
Generoso Chiaradonna
03.10.2023 20:06

Due giorni di festa – l’8 e il 9 di settembre scorsi – hanno sottolineato i 150 anni di attività della cartiera di Perlen (Lucerna), l’unica di fatto rimasta in Svizzera e che opera in un mercato globale sempre più competitivo. Oltre ai 400 ospiti invitati, tra dipendenti e autorità locali, oltre 8 mila visitatori hanno potuto partecipare alle porte aperte dell’azienda.

«Fin dalla sua fondazione, Perlen Papier AG è stata un’azienda innovativa, ha sempre investito nelle ultime tecnologie con lungimiranza e ora gestisce una delle cartiere più moderne d’Europa». «È stata anche un pioniere in termini sociali, creando un fondo di assicurazione sanitaria aziendale già nel 1876 e un proprio fondo pensione nel 1938. Quest’ultimo cinquant'anni prima che diventasse obbligatorio in Svizzera» ha afferma to. Peter Schildknecht, CEO della società madre CPH Chemie + Papier Holding AG, nel suo discorso.

«La digitalizzazione è un processo avviato e Perlen Papier sarà all’altezza di questa sfida, perché siamo ben equipaggiati con macchine e sistemi moderni, una struttura dei costi competitiva, un orientamento sostenibile e una grande squadra», ha dichiarato invece Klemens Gottstein, amministratore delegato di Perlen Papier AG.

Ma l’importante anniversario è stato anche l’occasione anche l’occasione per capire come sta evolvendo un settore che è sotto pressione da molti anni ormai. Ci sarà ancora un futuro per un ambito così importante? «Certamente, la carta continuerà ad avere un futuro come vettore d’informazioni e messaggi pubblicitari», risponde Gottstein. «Le informazioni sui giornali cartacei hanno una maggiore credibilità tra i lettori rispetto ai contenuti digitali. Questo è provato». «Nell’era delle fake news, ciò rappresenta un grande vantaggio competitivo. È stato inoltre dimostrato che la pubblicità che combina canali digitali e cartacei ha un impatto maggiore rispetto alla pubblicità solo digitale».

L’editoria (giornali e libri) sono legati a doppio filo al mondo della carta. Il processo di digitalizzazione allontanerà ancora più persone dalla lettura di supporti cartacei. Non crede? «Partiamo dal presupposto che la domanda di giornali continuerà a diminuire, ma a un certo punto si stabilizzerà a un livello inferiore a quello attuale. La carta continuerà però a essere importante come supporto. Non scomparirà. Ricordiamoci che la radio, dichiarata morta con l’avvento della Televisione, è ancora molto attiva e apprezzata. Non sono così pessimista su questo aspetto», aggiunge Gottstein.

La pandemia di coronavirus ha fatto cambiare molte abitudini consolidate. L’esplosione del commercio elettronico a un certo punto aveva fatto temere una carenza di carta per i giornali. È ora rientrato questo timore?

«In Perlen produciamo carte da stampa esclusivamente da carta da macero e legno residuo. Il boom dell’e-commerce ha notevolmente aumentato la domanda di carta riciclata da parte dell’industria del cartone. Una volta che la carta da macero è entrata nel ciclo del cartone ‘marrone’, viene persa per la produzione di carta da stampa. Purtroppo, questa tendenza non si è indebolita e dobbiamo importare più carta da macero, anche se in Svizzera se ne raccoglie abbastanza».

Infine il capitolo costi. Produrre in Svizzera è caro. Da un paio di anni è diventato ancora più caro con il franco forte. Qual è il vostro segreto per rimanere legati da un secolo e mezzo alla Svizzera?

«Oggi siamo l’unico produttore di carta da stampa in Svizzera perché disponiamo di una delle strutture più moderne dell’Europa occidentale, impieghiamo personale eccellente e investiamo costantemente nell’aumento dell’efficienza. Inoltre, otteniamo vapore per asciugare le bobine di carta direttamente dal vicino impianto di incenerimento dei rifiuti Renergia e produciamo carta in modo quasi neutro in termini di CO2».