L'intervista

«Per la gestione dei capitali, il Ticino è ancora vincente»

A colloquio con Stefano Sala, Head Southern Switzerland di Banca Vontobel
Generoso Chiaradonna
07.10.2022 06:00

Tra due anni Vontobel taglierà il traguardo del suo primo secolo di vita. Era il 1924 quando venne fondata l’agenzia di borsa F.E. Haeberli & Cie a Zurigo, rilevata in seguito da Jakob Vontobel nel 1936, dando vita in tal modo alla società per accomandita Bank J. Vontobel & Co. Da allora Vontobel è un nome prestigioso legato al mondo degli investimenti e dei servizi finanziari, con succursali in tutta la Svizzera e all’estero: è presente in Europa, Asia e Stati Uniti.

Vontobel è approdata a Lugano nel 2016 attraverso l’acquisizione della ex Finter Bank di Zurigo, avvenuta l’anno precedente. Da allora ha assunto un ruolo sempre più importante sulla piazza finanziaria locale, che nel frattempo ha vissuto cambiamenti epocali. Abbiamo incontrato Stefano Sala, responsabile delle attività di Vontobel in Ticino, per capire come sono stati affrontati i cambiamenti di paradigma della piazza finanziaria, e come hanno influenzato l’attività di chi vi opera tutti i giorni.

La piazza finanziaria svizzera - quella ticinese in particolare - è cambiata molto negli ultimi anni. È ancora un luogo privilegiato per fare Private Banking?

La Svizzera e il Ticino rimangono il miglior posto dove fare Private Banking, pur non avendo più le prerogative di una volta. La caduta del segreto bancario ha stravolto il modo di svolgere quest’attività, ma come Vontobel siamo arrivati in Ticino nel 2015, a cambiamenti avvenuti. Noi continuiamo a sentirci estremamente positivi e soddisfatti di essere presenti anche in Ticino. Il nostro lavoro è quello di gestire la ricchezza in maniera oculata, lungimirante e intelligente. Per fare ciò nella maniera migliore bisogna essere vicini, anche dal punto di vista geografico, a uno dei propri mercati di riferimento. Molto spesso ci si dimentica che siamo a un’ora di auto o di treno da una delle zone più dinamiche d’Europa.

In questo nuovo mondo i vostri concorrenti non sono solo le banche svizzere, ma anche quelle italiane e, più in generale, europee. Le banche svizzere sono competitive?

È noto che produrre in Svizzera, che si tratti di articoli industriali o di servizi finanziari, costa molto di più. Ma al pari di altri settori economici dobbiamo essere estremamente professionali, e agire nel modo più efficace possibile. Abbiamo ancora un vantaggio competitivo che è dato dalla nostra competenza e dalla fama del Paese: la Svizzera è ancora considerata come un porto sicuro. Tutte le volte che all’estero si verificano situazioni difficili (inflazione, instabilità politica, ecc. ecc.), gli atout di questo nostro porto sicuro vengono riscoperti. Per troppo tempo, in Ticino non abbiamo espresso il giusto orgoglio nell’affermare che siamo capaci di fare bene il Private Banking. C’è un patrimonio di esperienza e di competenza che va incrementato con la formazione continua, ma che esiste. Il nostro è uno degli ecosistemi migliori per tutto ciò che riguarda i servizi finanziari e in particolare per la gestione patrimoniale. In questo momento con l’euro sceso ai minimi storici sul franco, dobbiamo tenere presente che bisogna lavorare un po’ di più rispetto al passato, pur guadagnando un po’ di meno: è l’ennesima emergenza per il settore. Esportiamo servizi prodotti in franchi, mentre i ricavi sono in prevalenza in euro o in altre valute. Si tratta, in definitiva, di un ulteriore margine di redditività che lasciamo sul tappeto. Tuttavia, non scambierei questo posto con nessun altro al mondo: il private banking migliore si fa in Svizzera.

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti

E tutto questo nonostante le questioni irrisolte sull’accesso al mercato italiano? Come banca non lo percepite come handicap?

Le regole attuali non permettono di andare a instaurare relazioni d’affari oltre confine. La famosa roadmap tra il governo italiano e quello svizzero non è stata rispettata, lo sappiamo, ma per Vontobel l’Italia è uno dei mercati strategici. A prova di questo nel maggio 2020, in piena pandemia e in controtendenza rispetto ad altri, abbiamo aperto una Sim a Milano che sta crescendo molto. La clientela di nuova acquisizione la seguiamo dall’Italia, ma a coloro che non si accontentano della Svizzera in Italia forniamo assistenza da Lugano, secondo le regole in vigore.

Quest’anno, tenuto conto anche dell’inflazione e della guerra in Ucraina, è stato molto difficile orientarsi nei mercati finanziari. Come vede il prossimo futuro?

Sì, è un momento molto complicato per i nostri clienti e di grande incertezza generale. Vontobel è una società specializzata negli investimenti e quindi, dal punto di vista della consulenza, cerchiamo di analizzare le situazioni con i dati e gli strumenti che abbiamo a disposizione, per affrontare il futuro nel miglior modo possibile con la consapevolezza che la sfera di cristallo non ce l’ha nessuno. Per quanto riguarda l’inflazione, crediamo che sia arrivata alpicco, ma la situazione macreconmica è ancora molto complicata e mutevole.

La piazza si è rimpicciolita molto e alcune professioni non esistono più.

La piazza finanziaria si è asciugata, diciamo così. Ora si contano 39 banche rispetto alle 78 di pochi anni fa. Di conseguenza, anche il numero degli impiegati è stato ridimensionato. Nonostante ciò, il marchio svizzero è ancora solido. L’anno scorso è stato un buon anno per quanto riguarda la raccolta. C’è bisogno di specialisti e di persone formate in vari ambiti: fiscale, legale, sui prodotti, ecc. ecc. Purtroppo, non sempre si trovano. La formazione è un fattore strategico per mantenere il nostro vantaggio competitivo.

«L’inflazione statunitense è ormai al picco»

L’inflazione negli Stati Uniti è giunta al suo picco e sta lentamente scendendo anche se a velocità più lenta rispetto all’auspicato. Ne sono convinti gli analisti e strateghi di mercato di Vontobel Mario Montagnani e Andrea Caldelari intervenuti ieri mattina al Lac di Lugano market outloock. Si tratta del primo di un evento che vuole diventare un appuntamento annuale dedicato agli investitori da parte di Vontobel , ha spiegato Stefa Sala, responsabile della banca per la Svizzera italiana. Ad ogni modo l’analisi dei due specialisti si è concentrata sull’intervento delle banche centrali - a partire dalla Fed - per cercare di combattere l’inflazione. Montagnani e Calderari hanno ribadito che il rialzo «feroce» - perché comunicato inmodo repentino e attuato in rapidamente rispetto alle attese di inizio 2021 - dei tassi d’interesse da parte della Fed è mirato a «moderare la domanda». Il rischio di che questo rallenti anche l’offerta, ovvero la produzione non è sottovalutato dalle autorità monetarie, compresa la BNS che ha più margine di azione. Sull’Europa incombe però anche la stretta energetica. Sempre secondo gli analisti di Vontobel anche nello scenario peggiore, con offerta di gas russo nulla, e inverno molto freddo le scorte dovrebbero essere sufficienti. Anche le imprese hanno reagito mettendo in atto sistemi di risparmio. Sempre secondo le analisi di Vontobel il portafoglio d’investimento dovrebbe prendere in considerazione titoli di Stato e obbligazioni aziendali (dollari o franchi), azioni svizzere e statunitensi e oro. Ridurre invece azioni degli emergenti e obbligazioni ad alto rischio.