Sanità 

Il numero dei medici sarà pilotato dal Cantone

Avviata la consultazione sul messaggio che riguarda il regime transitorio per determinare la quota massima di camici bianchi nel settore ambulatoriale - De Rosa: «Rappresenta il 40% della spesa, occorre intervenire» - Paolo Bianchi: «La misura verrà applicata unicamente ai nuovi professionisti»
Francesco Pellegrinelli
30.03.2023 20:30

A tre settimane dal lancio del censimento sui medici ambulatoriali attivi in Ticino, il Consiglio di Stato fa un passo avanti e, su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), mette in consultazione il messaggio sul regime transitorio riguardo il numero massimo di medici nel settore ambulatoriale. Un passaggio obbligato che segue l’approvazione da parte del Parlamento federale della revisione della LaMal entrata in vigore il 1. luglio 2021. «Una revisione che, in buona sostanza, dà ai Cantoni uno strumento nuovo per limitare i costi nel settore ambulatoriale attraverso la limitazione del numero di medici», ha ricordato ieri il direttore del DSS, Raffaele De Rosa.

Applicazione in tre fasi

«Consapevole della complessità di questo nuovo strumento attribuito ai Cantoni, il legislatore federale ha deciso che l’entrata in vigore di questa modifica dovesse avvenire in tre tappe», gli ha fatto eco Patrizia Bottinelli Cancellara, capo dell’Ufficio di sanità: «La prima tappa, quella attualmente in vigore, terminerà a giugno. In questa prima fase è stato mantenuto, per quanto riguarda il numero di medici, lo statu quo». Da luglio 2023 si entrerà nella seconda fase. «Durerà fino al 2025 e darà la possibilità ai Cantoni di stabilire che l’offerta di medici attivi sul territorio corrisponde all’approvvigionamento necessario», ha spiegato ancora Bottinelli Cancellara. In soldoni, il fabbisogno di medici in determinate specializzazioni verrà plafonato con il numero di quelli attualmente attivi. «Se, per esempio, avremo calcolato che ci sono 90 medici in una specialità, il numero di 90 medici corrisponderà al tetto massimo per questo periodo». Per due anni, insomma, non si interverrà con nessuna diminuzione. Con una precisazione, però: «Il calcolo dell’offerta verrà fatta per effettivi a tempo pieno. Quindi, non per teste di medici, e non per liberi esercizi rilasciati, ma per unità di lavoro». In certi casi, si potranno negare nuove autorizzazioni a operare a carico della LaMal, ha spiegato ancora Cancellara. «Ed è proprio per applicare questo regime transitorio che il Consiglio di Stato ha elaborato il messaggio sul numero massimo di medici messo in consultazione ieri dal DSS», ha precisato la responsabile dell’Ufficio di sanità.

«Verso il modello regressivo»

Dal primo luglio 2023 inizierà dunque «una fase transitoria» che ci condurrà a metà 2025, quando verrà applicato il cosiddetto «modello regressivo», che permetterà al Cantone di pilotare l’insediamento di nuovi medici per specialità e regioni, stabilendo numeri massimi. In quest’ultima fase, per definire il numero massimo di medici per specializzazione verrà impiegato un nuovo calcolo, prendendo in considerazione il numero di prestazioni che si ritengono «adeguate» per una determinata regione. «Se per esempio abbiamo calcolato un’offerta transitoria di medici per specialità di 90 unità, e a luglio 2025 sono ancora 90, con il nuovo calcolo il numero massimo potrebbe scendere a 80». In questo caso, il Cantone, in virtù della nuova legge, potrà procedere con una diminuzione del numero di medici che possono operare a carico della LaMal.

Questo sistema, tuttavia, si applicherà unicamente ai nuovi medici, ha chiarito il direttore della Divisione della salute pubblica, Paolo Bianchi : «La revisione non tocca i medici che sono già in esercizio. Quando ci sarà un ricambio generazionale, potranno entrare in funzione i nuovi, rispettando tuttavia la soglia fissata». Per questo motivo, ha aggiunto Bianchi, una riduzione dei costi della salute si manifesterà solamente sul lungo periodo e, soprattutto, il nuovo sistema non produrrà nessuna conseguenza sui medici che sono già autorizzati a fatturare a carico della LaMal.

La consultazione terminerà il 20 aprile e il massaggio verrà finalizzato per inizio maggio, grazie anche all’esame del censimento che il DSS sta conducendo con l’Ordine dei medici per poter definire le specializzazioni e le regioni sottoposte alla limitazione del numero massimo durante il periodo transitorio. Il regolamento di applicazione, in funzione dei tempi di approvazione del messaggio da parte del Gran Consiglio, è previsto per giugno 2023.

«L’ambulatoriale pesa per il 40%»

La pianificazione dell’offerta ambulatoriale è uno degli strumenti di controllo della spesa LaMal. Rappresenta infatti il 40% della spesa sanitaria. Tra il 2012 e il 2019, in Ticino, la spesa ospedaliera ambulatoriale è cresciuta del 44%, in linea con la media svizzera. Quella degli studi medici del 54%. Nello stesso periodo, la spesa totale LaMal in Ticino è cresciuta del 32%. «Oltre a rappresentare il 40% della spesa complessiva LaMal, la spesa ambulatoriale cresce a un ritmo più sostenuto della spesa complessiva LaMal», ha osservato De Rosa. Di qui, «l’importanza di intervenire sull’offerta ambulatoriale attraverso una gestione strategica delle ammissioni di nuovi medici», tramite - appunto - una forma di pilotaggio da parte dei Cantoni.